“E c’è ‘mismatch’ tra domanda e offerta”.
In uno si crede di “sporcarsi troppo le mani”, nell’altro, probabilmente, manca lo slancio a mettersi in gioco perché “il ricambio generazionale è assente”.
Sono alcune delle motivazioni per le quali i giovani si allontanano dal mondo della manifattura e dagli impieghi pubblici, secondo Claudio Pazzaglia, direttore di Cna Bologna. E’ proprio Pazzaglia a evidenziare, infatti, come in particolare il settore della manifattura sia stato ‘contaminato’ dai falsi stereotipi di “faticoso, sporco e povero”. Mentre invece oggi le officine sono ad alta tecnologia, e “si entra puliti e si esce puliti”. Il settore pubblico, invece, è ‘fermo’. anche per la carenza di concorsi. Il mondo del lavoro, poi, sembra essere vittima di un “mismatch”, cioè di una incompatibilità tra il numero di giovani in cerca di occupazione e la richiesta effettiva di personale, chiarisce Pazzaglia. E non a caso è in corso, e non da ora, una “migrazione intellettuale” dei giovani verso il Nord Europa.
Il problema, dunque, c’è. Nonostante “la Costituzione della nostra Repubblica, fondata sul lavoro come recita l’articolo uno, dovrebbe guidare le azioni dei nostri Governi”, sintetizza Pazzaglia. E non solo. Gli imprenditori di piccole e medie imprese faticano a crescere e a reclutare dipendenti sebbene “anche queste possono essere appetibili dal punto di vista della tecnologia”. Inoltre, “mentre in una grande azienda un progettista rischia di fare un lavoro monotono, in una più piccola la mobilità è maggiore”. Tuttavia, sembra che sia maggiore la sicurezza percepita dai giovani nel lavorare per un grande marchio, senza considerare “le pmi della stessa filiera”.
Luca Roversi, direttore Ecipar Bologna: “Formazione e specializzazione dovranno andare di pari passo”.
La società di formazione di Cna spiega la strategia per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.
Francesco Berto, Silvia Calleri, Giulia Osti
