5G, facciamo chiarezza

La tecnologia di quinta generazione tra verità, pseudoscienza e bufale

Potenzialità del 5G, sigla che fa riferimento alle tecnologie di quinta generazione per la telefonia mobile, è essenzialmente l’ampiezza significativamente estesa della banda in downstream e upstream.

Le componenti tecnologiche della nuova industria sono fondamentalmente quattro: piccole celle, virtualizzazione delle funzioni di rete, multi-access edge computing e massive MIMO. Tutte atte ad abilitare la Internet of things e aumentare la velocità di trasferimento dei dati.

La situazione prima del lancio

La letteratura scientifica circa l’argomento è attualmente scarna, la popolazione mondiale è entusiasta per il salto generazionale e i benefici che porterà. Non mancano però i timori per i potenziali rischi, amplificati da tesi non fondate, appelli al principio di precauzione e teorie finte di un complotto pilotato dalle multinazionali.

Gli scettici

Tra le argomentazioni degli scettici vi è il timore di effetti biologici avversi causati dalla frequenza delle onde elettromagnetiche impegnate. Queste ultime, superiori rispetto alle tecnologie precedenti, arriverebbero fino alle decine di gigahertz (GHz) e richiederebbero un’elevata densità urbana di micro-antenne (ripetitori). Secondo tesi, le onde elettromagnetiche contribuirebbero allo sviluppo di batteri antibiotico resistenti.

Risposte all’allarmismo

Alcune di queste teorie inattendibili influenzano il “pensare comune” di rischi per la salute dato l’aumento della velocità di trasferimento dati e delle frequenze operative.

Tra le tesi infondate c’è chi urla che “le stesse onde sono utilizzate da certe tipi di armi” o che “ci cuoceranno come in un formo a microonde”.

La verità è, però, data dall’intensità estremamente bassa e dal fatto che l’effetto dipende dalla stessa intensità: la capacità di penetrazione è talmente inferiore che per i tessuti biologici i possibili effetti restano confinanti nello strato superficiale della pelle.

Tecnologie già presenti

Basti pensare che oggigiorno siamo già immersi in un mare di radiazione elettromagnetiche non ionizzanti generate dai dispositivi che usiamo (smartphone, tablet, router e wifi) e che il loro apporto, considerato contenuto, risulta essere di fatto irrilevante.

Per questo non è dimostrato che la frequenza potrebbe stimolare una risonanza delle molecole d’acqua o che qualche nuovo ente “potrebbe prendere il controllo del nostro corpo”.

Sebbene la mancanza di studi scientifici basati sugli effetti a lungo termine e l’assenza di riscontri di dannosità da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, 180 scienziati hanno scritto insieme un appello per rimandare la sperimentazione in attesa di altri dati e risultati.

Lo studio delle dannosità del 5G appare essere, dunque, ancora in itinere e le teorie finora diffuse non confermate. Allo stesso tempo la mancanza di studi ufficiali non conferma la non-dannosità di tali tecnologie. Si auspica che le organizzazioni diano supporto e adeguate informazioni alla popolazione mondiale. 

 

di Paolo Ferrara