#stopcyberbullyingday, la maratona del Papa

Si è svolta il 21 giugno 2019 la maratona per la prevenzione al cyberbullismo lanciata dalla Fondazione Scholas Occurrentes con epicentro fisico al Vaticano.

La maratona, riconoscibile sui social attraverso l’hashtag #stopcyberbullyingday, è stata lanciata dalla fondazione fortemente voluta da Papa Francesco nel 2017.

L’evento virtuale

La giornata, caratterizzata dal dialogo sul tema del cyberbullismo, ha coinvolto virtualmente tutto il mondo ed è stata gestita dall’Osservatorio giovanile internazionale della Fondazione Pontificia.

Obiettivo dell’evento è stato quello di dare voce ai drammi degli adolescenti vittime di cyberbulling, confortati da una serie di interlocutori come accademici, docenti, legislatori, aziende di tecnologia ed enti governativi di tutto il mondo.

Durante la conversazione di 24 ore è stato anche presentato il primo rapporto globale su bullismo e cyberbullismo, frutto di un sondaggio condotto tra più di 5mila giovani: il 53,4% ha affermato di essere stato vittima di bullismo, l’81,6% ha assistito atti di bullismo a scuola e il 30,1% riconosce di essere stato vittima di cyberbullismo attraverso le reti sociali.

In questo video alcune delle testimonianze dei giovani. Pablo, ad esempio, presso la Scholas Citizenship di Madrid ha dichiarato: “Quando ero insultato ed emarginato nei corridoi di scuola mi sentivo strano, come se non esistessi, come se nessuno mi volesse nella società”. Ariadna a Mexican Student a Chicago, ha invece espresso che l’inizio della nuova scuola si è convertito nell’avvio di tre anni di sofferenza.

Papa Francesco ha contribuito alla giornata con un video pubblicato alle 14 nel quale ha lanciato un messaggio di speranza e un invito a contribuire a tutti i giovani, dicendo: “Ognuno di noi ha qualcosa di buono da dare all’altro e ognuno di noi ha bisogno di ricevere qualcosa. Il dialogo ci rende uguali nel cammino. Siamo camminatori, tutti diversi ma in armonia. Bisogna dichiarare guerra al bullismo perché sminuisce la dignità e bisogna puntare sul dialogo, impegnarsi per camminare insieme, per avere la pazienza di ascoltare gli altri.  Non abbiate paura del dialogo, vale la pena.”

 

di Paolo Ferrara