INTERVISTA ALLA DIRETTRICE DEL CARCERE DI BELLUNO

Il tema delle carceri italiane e di ciò che accade all’interno di esse non è molto conosciuto dall’opinione pubblica. Così abbiamo colto l’occasione per intervistare la direttrice della Casa circondariale di Belluno, Tiziana Paolini e l’educatrice Dott.ssa Lina Battipaglia, in concomitanza di alcuni eventi particolari, come  il corteo del 15 maggio della la Polizia Penitenziaria del carcere di Baldenich, a Belluno. La protesta è nata dall’aggressione di due agenti, pochi giorni prima, da parte di un detenuto ricoverato nella sezione psichiatrica della casa circondariale.

Ecco cosa ci ha raccontato Tiziana Paolini.

Che impressioni ha avuto quando è entrata per la prima volta in questa struttura con il ruolo di Vicedirettore e successivamente di Direttore?

Dopo essermi laureata in Giurisprudenza, ho partecipato al concorso pubblico e sono stata assegnata alla Casa Circondariale di Belluno. Sono arrivata in questa struttura il 26 Aprile 1999 ed a primo impatto ho avuto la stessa sensazione che potreste aver avuto voi; mi sono trovata davanti ad una entrata incombente ed ho avuto un’ impressione di una struttura molto estesa e ampia.

Come sono suddivise le sezioni del carcere e quanti detenuti sono presenti nelle celle?

Questo carcere, in cui sono detenuti poco meno di 100 unità, è composto dalle seguenti sezioni: maschile, nuovi giunti, transessuali e articolazione salute mentale, con camere dalla capienza massima di cinque detenuti per la sezione maschile, due persone per la sezione transessuali. Le sezioni e le stanze di pernottamento sono state oggetto di parziale ristrutturazione, pertanto nella sezione transessuali e nella sezione nuovi giunti la doccia è interna alla camera, mentre nelle restanti sezioni è in comune.

Quali sono i reati più comuni di cui sono accusati i detenuti?

I reati di cui sono imputati i detenuti sono i più vari: dal più comune come spaccio di stupefacenti, alle rapine, furto aggravato, omicidi, tentati omicidi. Per la sezione transessuali il reato più comune è lo sfruttamento della prostituzione.

Quali sono le sensazioni che avete lavorando a contatto con i detenuti?

Premettendo che l’art. 27 della Costituzione prevede la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, i detenuti vengono tutti trattati con obiettività.

Come si articola la giornata del detenuto? I carcerati hanno la possibilità di avere un lavoro retribuito?

Come prima cosa bisogna distinguere tra chi lavora e chi invece non svolge alcuna attività lavorativa. Per i lavoratori la giornata inizia con la colazione preparata dagli stessi detenuti addetti alle cucine, poi alle 8:30, iniziano le loro mansioni. L’attività lavorativa dura fino alle 11:30 a cui segue la consumazione del pranzo e la fruizione dell’ora d’aria nei cortili interni alla struttura. Alle 14:30 ricominciano le attività lavorative che si concludono entro le 16.30.

Dei detenuti presenti il 70% lavora, il restante è inabile o è detenuto per breve tempo in attesa di uscire dalla struttura.

I lavoratori vengono regolarmente retribuiti. Alcuni sono assunti direttamente  dalla Amministrazione penitenziaria con ruoli di addetti alla pulizia degli spazi in comune, preparazione dei pasti e addetti a piccoli lavori di manutenzione del fabbricato. Altri sono assunti da una cooperativa che all’interno della struttura svolge lavori per ditte locali.

 Ci sono spazi comuni per i carcerati? Quali sono le attività a cui possono partecipare?

Sono presenti spazi comuni, quali gli spazi esterni, ovviamente divisi per sezioni, una sala dedicata alle attività ricreative come il teatro o anche la biblioteca. Riguardo alle attività, esse sono molteplici tra cui l’istruzione scolastica, un giornalino redatto dagli stessi detenuti su base semestrale con la collaborazione dell’associazione Jabar, attività sportive in collaborazione con il CSI ed ovviamente attività libere quali calcio, pallavolo, ecc.

 I carcerati cercano il dialogo con la polizia penitenziaria e con voi operatori?

Certamente, i detenuti cercano costantemente il dialogo con noi operatori per problemi personali o anche familiari.

Ci sono liti tra detenuti? Come gestite la situazione? Vengono presi provvedimenti?

Le liti avvengono frequentemente, dipendono molto spesso dalle situazioni personali e soprattutto perché ospitiamo persone di diverse etnie. Generalmente, nella sezione Salute Mentale avvengono più spesso del solito e vengono gestite riportando le persone nelle celle e sostenendoli con frequenti colloqui da parte del personale sanitario e degli operatori dell’area trattamentale.

Come avvengono le visite dei parenti ai carcerati? I detenuti possono comunicare con i familiari?

I detenuti hanno la possibilità di richiedere fino a sei incontri mensili con i familiari che avvengono nella sala colloqui sorvegliati dalla polizia penitenziaria. E hanno anche diritto ad una telefonata settimanale. I detenuti possono comunicare anche tramite corrispondenza epistolare, possono inviare e ricevere soldi, ricevere vestiti ed effetti personali, ma non hanno la possibilità di avere un cellulare. Per essere aggiornati su cosa avviene all’esterno del carcere i detenuti hanno la possibilità di acquistare i quotidiani, pagando con i soldi guadagnati lavorando, e dispongono di una televisione per cella.

Cosa pensate dei numerosi suicidi che sono accaduti all’interno della Casa Circondariale?

I suicidi sono ciò che cerchiamo di evitare, sono accaduti in passato a causa di situazioni di malessere, con l’ultimo accaduto nell’anno 2016. Dal 2019, per evitare tutto ciò, abbiamo istituito una Equipe Multidisciplinare che si occupa di evitare casi di suicidi e autolesionismo supportando il detenuto nelle sue fragilità.

Il fenomeno del sovraffollamento delle carceri è presente pure a Belluno?

Solo nella sezione maschile; nelle altre sezioni abbiamo un numero pari o inferiore alla massima capienza.

 

Ringraziamo il Direttore Paolini e la Dott.ssa Battipaglia per averci concesso questa intervista.

 

Francesco Bortot, Giulia Esposito, Martina Polo, Giorgia Quarzago

2BC