Evoluzioni e sfide di un giornalista libero

Il giornalista professionista Gaetano Perricone racconta la sua carriera, fatta di cambiamenti e nuove opportunità.

Connessione. Racconto. Libertà. Questi i tre concetti fondamentali enunciati da Gaetano Perricone sul giornalismo. Il giornalista e scrittore palermitano ha inaugurato la quinta ed ultima tappa della Summer School dell’agenzia di stampa Dire, al liceo ‘Galilei’ di Catania. L’incontro con gli studenti è stato una vera e propria testimonianza del suo mestiere di giornalista, imparato per strada e in continua evoluzione. Perricone non si è sentito di dare insegnamenti, bensì di ripercorrere quello che è stato il suo percorso attraverso ricordi, esperienze vissute e principi fondamentali del giornalismo. Il giornalista siciliano, come i ragazzi del corso, ha coltivato questa passione fin da giovane. Ha iniziato come apprendista in una radio privata della sua città, fino al 12 dicembre del 1978, il giorno in cui venne pubblicato il suo primo articolo per il quotidiano “L’Ora” di Palermo. Era un periodo florido per i giornalisti italiani, pronti con le loro Olivetti 35 a segnare con l’inchiostro la storia del nostro Paese.

Con questo spirito, il giovane Perricone iniziò a lavorare nella redazione del quotidiano occupandosi di sport. Un tipo di giornalismo che, secondo l’autore, “deve avere un approccio etico alla notizia pari a quello di qualsiasi altro settore”. Un concetto, questo, ribadito nei confronti dei vari “giornalisti tifosi” che lavorano oggi in televisione. L’esperienza sportiva del giornalista è stata piena di soddisfazioni e incontri prestigiosi come, l’intervista ad uno dei rivoluzionari del tennis, Björn Borg, di cui conserva ancora uno splendido ricordo. 

Mentre la storia del giornalismo stava cambiando con l’arrivo nelle redazioni dei videoterminali, i primi computer, Gaetano Perricone passa  alla cronaca nera, iniziando così a comprendere le difficoltà del mestiere ed il valore della libertà da non violare mai. La cronaca nera, fatta di ore di indagini, processi minuziosi ed eventuali minacce da sopportare è la prova più difficile per un giornalista ed in questi casi: ” è necessario svolgere il proprio lavoro- afferma- con la testa alta e la schiena dritta”.

L’era dello smartphorne segna ancora una volta un’evoluzione nel giornalismo. Nel frattempo, Gaetano Perricone lascia Palermo e si trasferisce a Catania, alle pendici del vulcano più grande d’Europa, l’Etna, e diventa responsabile dell’ufficio stampa del Parco dell’Etna.“Posso solo meravigliarmi- dice- davanti a questo capolavoro della natura”, nell’unica frase possibile per descrivere l’orgoglio e la reverenza dei siciliani verso la loro bellezza più imponente. Perricone, inoltre, ha contribuito all’iscrizione dell’Etna nella World Heritage List dell’Unesco.

Dalla macchina da scrivere al tablet, passando dagli articoli su Borg, Maradona, le storie di mafia e le bellezze della Sicilia. Tutto questo è stato condiviso con ragazzi che magari, un giorno vorranno essere e scrivere come Gaetano Perricone. Come sempre, in libertà.

Luca Amato