“Parole di troppo”. La storia dietro uno scatto

Pietro Nicosia spiega il valore del fotogiornalismo alla Summer School Dire Catania.
“Le parole sono l’arma più potente”. Una frase che ogni giornalista o autore ha sentito o letto almeno una volta nella sua vita. Si tratta di una grandissima verità, quasi un dogma per chi deve scrivere un articolo. Ma non è sempre così”.
Questo è il messaggio che Pietro Nicosia, giornalista etneo, ha voluto comunicare ai giovani della Summer School Dire nella giornata di ieri al liceo scientifico ‘G. Galilei’ di Catania. Il redattore del sito “Yvii24” ha messo in luce quelle che sono le caratteristiche e l’importanza del fotogiornalismo prendendo come esempio la famosa rivista “Life” che, nel corso di ben 124 anni, si è occupata di comunicare gli eventi più importanti semplicemente con gli scatti fotografici.
Perché a volte le parole non sono necessarie.
Sono stati presi in considerazione scatti emblematici come “Morte di un miliziano lealista” di Robert Capa. Nicosia ha raccontato soprattutto la storia e lo scatto della foto stessa, nel mezzo di una guerra civile. Qualcosa che a tutti sembrerebbe impensabile. Come un reporter, anche il fotografo ha il compito di raccontare la verità tramite le sue foto, dei fermi immagine che descrivono la realtà nella sua versione più cruda e spettacolare.
Si può vedere un perfetto esempio nel personaggio di Sean Penn ne “I sogni segreti di Walter Mitty”, film del 2013 diretto e interpretato da Ben Stiller. Quasi un omaggio alla rivista “Life” chiusa l’anno prima, con il protagonista che si ritrova a rincorrere Penn in giro per il mondo per un singolo  fotogramma.
E’ proprio il fotografo, il simbolo di questo film. Girando tra i posti più strani e  meravigliosi del pianeta per catturare momenti, secondi di storia e portarli a noi.
E quando li trova che succede? Rimane senza parole come tutti noi. Perché, come detto, le parole
non servono.
Luca Amato