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Pietro Nicosia racconta la sensibilizzazione, dalla provincia alla fotografia

“Con il nostro lavoro, aiutiamo a migliorare la vita locale”: sono le parole del giornalista Pietro Nicosia, direttore della testata online yviii24.it e fotografo, che ha incontrato i partecipanti della DG Summer School di Catania, nella giornata di ieri, al Liceo “Galileo Galilei”. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di far comprendere ai ragazzi temi rilevanti nel mondo del giornalismo, quali il valore della cronaca locale e l’impatto significativo che il fotogiornalismo ha avuto nella Storia.

Nicosia ha voluto rimarcare la possibilità di informare e al contempo sensibilizzare non solo i cittadini ma anche le autorità competenti riguardo le problematiche relative al territorio. Il giornalista ha aggiunto che questo processo avviene anche mantenendo le usuali oggettività e imparzialità nell’esposizione dei fatti di cronaca. Il meccanismo illustrato è piuttosto basilare: un articolo che ci interessa più “da vicino” può suscitare indignazione e clamore da parte della gente, invitando a intervenire e a contribuire a un miglioramento.

Anche il fotogiornalismo ha risvegliato coscienze nel corso del Novecento e dei primi anni del Duemila, riscontrando un boom nel secondo dopoguerra. Con questo termine, s’intende una documentazione tramite foto che hanno una carica espressiva tale da giustificare l’assenza di un testo; esso viene sostituito da una sorta di didascalia, chiaramente più breve. Alcune di queste fotografie, conosciute ancora oggi, sono diventate icone di un’epoca: basti pensare a quella che rappresenta l’attacco alle Torri Gemelle, nel 2001. Nel corso della lezione, sono state proposte tre immagini emblematiche, quali: “Morte di un miliziano lealista” di Robert Capa, dalla guerra civile spagnola degli anni ‘30, manifesto contro tutte le guerre; lo scatto che rappresenta una bambina, completamente nuda, che piange e urla per la paura e gli effetti del napalm, un agente chimico con il quale venivano bombardate le città vietnamite durante la guerra negli anni ’60; anch’essa, come affermato dal giornalista, ha cambiato il modo di vedere la guerra; e, infine, l’immagine del corpo di Aylan Kurdi, morto nel tentativo di scappare dalla guerra civile in Siria verso Occidente.

Pietro Nicosia ha concluso il proprio intervento spiegando le ragioni della profonda crisi che attualmente il fotogiornalismo sta attraversando: la causa sta nella rapida evoluzione della figura del giornalista, che, se un tempo era affiancata da altre figure professionali, ora provvede da sé per tutto il materiale multimediale necessario con il sostegno delle nuove tecnologie.

Federica Bellia, Manuela Cannavò, Sarah Cavallaro, Alice Di Caro, Rosanna Di Lisi