Tre libri tre consigli per voi lettori

STORIA DI UNA MATITA
La prof Sacco, per le vacanze estive, ci ha detto di leggere tre libri e fare l’analisi del testo. Il primo libro che ho scelto s’intitola” Storia di una Matita”, scritto dall’autore Michele d’Ignazio, un libro finito di stampare nel novembre del 2007, presso la casa editrice Grafica Veneta S.p.a., via Malcanton 2, Trebaseleghe (PD). In questo racconto i personaggi principali sono: Lapo, il ragazzo che diventa matita, Misella e il Magnate, ma soprattutto tanti colori, disegni, matite e tanta creatività. I personaggi secondari invece sono: la madre del protagonista e la continua gente che si trova nella sua piccola città. Lo stile di questo libro è molto semplice un po’ comico per appassionare i lettori di ogni età, continuando a leggere il libro finchè non è finito. La storia del libro parla di un ragazzo che si trasferisce in una nuova città per cercare un lavoro che collegasse anche la sua immensa passione per l’arte e il disegno. Per questa forte passione, Lapo, un giorno si trasformò in una matita gigante. La vita da matita per Lapo fu molto complicata, dovette perdere importanti colloqui di lavoro e ovunque andasse lasciava segni di mina. Un giorno Lapo, mentre passava per la piazza dove si affacciava un enorme grattacielo, lasciò tantissimi grafiti per terra così belli, che tutte le persone che passavano da lì, si fermavano ad ammirare i fantastici disegni. Erano così belli ed originali a tal punto che il magnate del grattacielo aveva chiesto a Lapo di fare un disegno ogni mattina per lui ed in più gli offrì anche il lavoro di diventare una star della tv. Lapo era molto sicuro di non accettare la proposta del magnate: non aveva alcuna voglia di diventare famoso e gli bastava già essere super indaffarato con i suoi disegni e nel cambiare continuamente le mine e le sue facce col rischio però anche di perdere il lavoro come disegnatore di piazza. Un giorno Lapo era pronto per andare dal magnate e dirgli che non era intenzionato a fare un programma televisivo. Proprio quella notte Lapo sognò di aver finito il disegno ai piedi del grattacielo e tutti erano incollati a terra ad ammirarlo tranne il magnate che decise di andare via avendo ormai perso ogni speranza; in conclusione tutti avevano visto il disegno tranne lui. Il tempo in cui si svolge il racconto è un tempo contemporaneo, simile ai giorni nostri. Come luogo invece il racconto si svolge in una piccola piazza di periferia. L’episodio che mi è piaciuto di più è il numero 20 perché è il punto in cui la madre va a far visita a Lapo per controllare se stava bene. Secondo me è un grande gesto d’amore che la madre fa per il figlio, in quanto lei riesce a trovare il tempo per andarlo a trovare, pur avendo sua sorella molto malata. L’autore, secondo me, scrivendo questo libro, voleva comunicare ai suoi piccoli lettori, di seguire sempre i propri sogni, anche se a volte possono risultare impossibili: basta provare e riprovare senza mai arrendersi. Questo libro lo consiglierei ai grandi e piccini che ogni giorno cercano di realizzare i propri sogni.

ELENA COSTANTINO 2G

STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LI INSEGNÒ A VOLARE
Il secondo libro che ho scelto per quest’estate s’intitola “Storia di una gabbianella e il gatto che le insegnò a volare ”scritto dall’autore Luis Sepulveda, nato in Cile ma vive attualmente tra Amburgo e Parigi; è autore anche di molti romanzi e commedie. Il libro è stato stampato e pubblicato nel 1996 presso la casa editrice Salani editore. In questo racconto i protagonisti sono il gatto Zorba e la gabbianella Fortunata. I personaggi secondari sono: i gatti Diderot, Colonello, Segretario, Spavento, Bubulina, poi abbiamo la gabbiana Kengah, la scimmia Mattia e il poeta; infine gli antagonisti sono: i topi e i due gatti. Il romanzo si svolge nella città di Amburgo dove uno stormo di gabbiani si prepara a tuffarsi in acqua e mangiare delle aringhe, ma a un certo punto la gabbiana Kengah, che doveva deporre un uovo, rimane intrappolata nel petrolio. Kengah riesce a liberarsi, ma ormai i suoi compagni erano già andati via e lei, con le sue ultime forze nelle ali, riesce ad atterrare su un balcone di una casa: la casa di Zorba, un gatto nero, grande e grosso. Kengah, stremato, usa le sue ultime forze per deporre l’uovo e chiede a Zorba di farle tre promesse: gli chiede di non mangiarsi l’uovo, di prendersi cura del piccolo che nascerà e infine insegnargli a volare. Il gatto nero accetta e si reca dai suoi amici gatti Segretario e Colonnello e spiega loro quello che è successo. I tre amici si recano da Diderot per capire come pulire la gabbiana dal petrolio, ma appena tornano a casa trovano la gabbiana morta con l’uovo accanto ad essa. Zorba si occupa di covare l’uovo ed una volta nata, alla gabbiana viene dato il nome di Fortunata. Gli altri gatti insieme a Zorba, “sua madre” superando mille difficoltà riescono a far crescere nel gabbiano il desiderio di volare come un uccello. Tuttavia i gatti si rendono conto che per imparare a volare occorre l’aiuto di un umano, il che significa infrangere il tabù che impone ai felini di non parlare la lingua umana, dando prova di intelligenza. Alla fine gli amici decidono di parlare con il padrone di Bubulina, una meravigliosa gatta. Il poeta dice loro che per volare Fortunata dovrà saltare dal campanile di San Michele, così fu: un giorno si getta e impara a volare come una gabbiana. Lo stile di questo libro è abbastanza semplice, anche se in alcuni punti bisogna fermarsi un po’ e riflettere sul significato vero di questa storia. Il tempo in cui si svolge il racconto è abbastanza vecchio e l’ho capito anche dal fatto che nel racconto non sono nominati oggetti tecnologici: come cellulari, computer ecc…Il luogo del racconto è Amburgo e per la precisione il porto. Il capitolo del libro che mi è piaciuto di più è il numero cinque della seconda parte, ossia quando capiscono che il pulcino è femmina e danno il nome Fortunata alla gabbianella. Il messaggio che lo scrittore vuole dare con questo libro è: risulta facile amare chi è uguale a noi, mentre chi è diverso non tanto, per questo bisogna conoscerlo meglio ed entrare in confidenza sempre di più. A me questo libro è piaciuto davvero molto e mi ha fatto riflettere sul significato puro dell’amicizia. Io questo libro lo consiglierei a tutti, grandi e piccini, perché l’amicizia è un sentimento che dobbiamo provare tutti senza alcuna distinzione.

ELENA COSTANTINO 2G

L’OCCHIO DEL LUPO
Infine come ultimo libro da leggere per questa meravigliosa estate ho scelto “L’occhio del lupo” di Daniel Pennac, uno scrittore di molti romanzi per bambini e ragazzi. La casa editrice di questo libro è la Salani editore Istrici, ed è stato finito di stampare nel mese di giugno 2017. I personaggi principali ossia i protagonisti sono: il ragazzo Africa e un lupo dal manto celeste proveniente dall’Alaska. Mentre i personaggi secondari sono: i vari fratellini del lupo azzurro, i genitori del ragazzo Africa e tutti gli animali delle varie Afriche. Lo stile di questo libro è un pochino complicato, infatti in alcuni punti dovevo rileggere quei determinati righi, perché alla prima lettura non riuscivo a capirli, ma in complesso è un libro molto scorrevole e piacevole da leggere. Questo libro parla di un lupo dal manto blu proveniente dall’Alaska, con un occhio cieco che vive in uno zoo. Un giorno dopo la morte di Pernice, una lupa che viveva con lui, il lupo si ritrova davanti alla gabbia un ragazzo di nome Africa che inizia a fissarlo costantemente, a differenza di tutti gli altri visitatori. Il lupo azzurro cerca di assumere un atteggiamento indifferente, ma non ci riesce. E così ebbe inizio una gara di sguardi tra i due, però con un solo occhio. Questo duello durò così tanto, a tal punto che i protagonisti si ritrovarono l’uno nel passato dell’altro. Il ragazzo così ripercorre la vita del lupo nel Grande Nord, il quale convive con la madre e i fratellini e la meravigliosa sorellina Pailette, fino al giorno in cui si sacrifica per la sorella, perdendo così la vista ad un occhio. Anche il lupo a sua volta rivive la migrazione del ragazzo nell’ Africa Gialla, nell’Africa Grigia e nell’Africa Verde in cui vede le sue magnifiche doti da cantastorie e il suo particolare rapporto con gli animali, fino a che non arriva insieme ai suoi genitori nell’”Altro Mondo” ossia il mondo di città. Proprio qui in questo zoo che Africa rincontra tutti i suoi amici animali di tutti i suoi viaggi. Il rapporto tra il ragazzo e il lupo divenne così stretto, che quest’ultimo apre l’altro occhio e a sua volta pure Africa, perché quello era un mondo che meritava di essere visto con entrambi gli occhi. Il tempo del racconto è dei nostri giorni tranne la parte in cui vengono raccontati i passati dei due personaggi principali. I luoghi sono un po’ diversi e infatti ne abbiamo tre differenti: l’Alaska del lupo azzurro, l’Africa del ragazzo e infine lo zoo di una città in cui è avvenuto il loro primo incontro. L’ episodio che mi è piaciuto di più è il numero 3 del capitolo “Il loro primo incontro”, in cui Africa vedendo il lupo fissarlo con fatica, perché aveva un occhio solo, non sapeva da quale occhio del ragazzo guardare, e perciò chiude anche lui un occhio, mettendo così il suo amico a suo agio. Questa è una vera prova di amicizia perché quando vediamo un nostro amico in difficoltà, dobbiamo sempre trovare il modo di aiutarlo. Il messaggio che vuole trasmettere l’autore Pennac è che tutti possono essere amici di tutti senza alcuna differenza. Questo libro mi è piaciuto molto, perché è un libro un po’ diverso dai soliti romanzi. Lo consiglierei davvero a tutti, perché alla fine non è un libro manco tanto grande e con molte pagine, quindi è stato molto piacevole per me leggerlo.

ELENA COSTANTNO 2G