Bullismo: la fine di un incubo

Era il mio primo giorno di scuola. Tutto era pronto,anche il mio zaino. Mio papà mi accompagnava ed io ero felice. Mio padre lavorava tanto perché noi due eravamo soli; mia mamma era morta quando io ero piccolo. I primi giorni di scuola tutto andava bene anche i miei compagni erano gentili e simpatici.

Qualche settimana dopo, salendo le scale per andare nella mia classe, venni spinto in modo brutale e caddi a terra. Non capivo se era stato un incidente, ma quando cercai di rialzarmi vidi due ragazzi della mia classe Marco e Giulio che ridevano a crepapelle. Dopo un po’ mi dissero:- Così impari a ricordare i compiti per casa quando i professori se lo dimenticano.

Rimasi impietrito, ma dopo quache minuto presi coraggio ed entrai in classe. Fingevo di essere tranquillo, ma sentivo alle mie spalle le risate di quei due. Non sapevo se dovevo raccontarlo ai professori oppure no, ma alla fine non lo feci. Mio papà tornò a casa tardi ed era molto stanco, così decisi di non raccontargli niente. I due mesi successivi furono un incubo. Mi chiusi in me stesso, stavo cominciando anche ad andare male a scuola finché un giorno a scuola ci fecero vedere un film, il cui protagonista subiva angherie da alcuni compagni di classe e che riuscì a liberasi solo con l’aiuto dei suoi professori.

La visione di quel film mi diede coraggio e decisi di raccontare tutto al mio papà. Il giorno successivo mi accompagnò a scuola e parlò con i miei professori. Per me fu una liberazione aver raccontato la verità. Marco e Giulio furono sospesi e rimproverati malamente dal preside e io continuai ad andare a scuola senza nessun problema.

Classe 1^B

Scuola secondaria di 1^ grado

Roberto Di Salvo