Caro don Pino Puglisi, ti scriviamo…

LETTERA A DON PINO PUGLISI
Gli alunni della classe seconda G, scuola secondaria di primo grado dell’I.C. Bruno Munari, dopo aver letto il romanzo di Alessandro D’Avenia “Ciò che inferno non è” e aver visto il film “Alla luce del sole”, hanno conosciuto Don Pino Puglisi.
A casa sono stati chiamati a scrivere al piccolo parroco di Brancaccio una lettera.
Ecco alcuni estratti:
Rachele: “Ciao Don Pino, se dovessi descrivermi con una parola utilizzerei “ansiosa”: ho paura di dire, anzi di fare la cosa sbagliata, di non essere all’altezza … insomma penso sempre in negativo … ma so anche far sorridere. Ti ho conosciuto grazie alla mia prof.ssa di lettere che ci ha fatto leggere il libro “Ciò che inferno non è” e vedere il film “Alla luce del sole”. Vorrei chiederti se hai mai avuto paura di morire … ti stimo molto per la forza e l’amore che hai messo nel portare avanti il tuo pensiero”
Giorgio: “Che sentimenti hai provato quando quei mafiosi ti hanno puntato la pistola contro? Io mi sarei messo a piangere e a supplicare di lasciarmi vivere, invece tu hai sorriso … secondo me hai lasciato un segno e resterà”.
Mattia: “… Tu non sei rimasto a guardare e mi chiedo proprio dove tu abbia trovato tutto questo coraggio, sapendo che rischiavi la vita … Adesso Brancaccio è cambiata, non è più com’era prima, non è certamente un posto dove passare le vacanze, ma è cambiata. E tutto questo grazie a te. Chi ti ha incontrato sarà stato certamente colpito dalla tua personalità e dalla tua fede in Dio, ma anche negli uomini … la tua vita è stata una testimonianza davvero forte … Grazie Don Pino per quello che hai fatto e per il tuo esempio”.
Enea: “… da quel poco che ti ho conosciuto, leggendo il libro di D’Avenia, penso che tu sperassi che le persone potessero cambiare, utilizzando lo strumento dell’amore … Posso solo pensare che la forza di affrontare la mafia ti sia venuta proprio dall’amore che tu hai cercato di trasmettere a tutti quei bambini che, non per colpa loro, sono nati lì”:
Irene Caterina:”… penso che tutto questo non abbia senso, intendo la mafia … se solo si lottasse di più, tutto questo diminuirebbe, non dico scomparirebbe, perché per quanto ottimisti possiamo essere, non andrà mai via del tutto, ma si può far di più per tutti, così che le persone non debbano più vivere nella costante paura, così che i bambini possano andare a scuola per avere un futuro, così che tutti possano vedere le stelle, la luna, le nuvole e il sole, perché alzare gli occhi non costa più la vita”.

Fonte: Vatican News