FOBIA

 

 

“È solo timidezza” dicono. “È carattere, con il tempo passerà. “

Racconto di me, di uno squarcio di me. Della vecchia e presente me, non c’è poi una così netta divisione.
Il processo di miglioramento è graduale e vagamente percettibile. 

Non parlo di eccessiva timidezza.
Collocherei la fobia sociale tra quelle recondite, non visibili all’occhio comune. Eppure estremamente deleteria.
Ti corrode dentro, deteriora i rapporti con le altre persone, fa perdere occasioni importanti.
Tu sai che le tue reazioni sono stupide, illogiche, esagerate, non necessarie.
Dici a te stesso “Suvvia, sono cose naturali, umane. Le sanno fare tutti, perché proprio tu non devi riuscirci?”
L’incapacità di fare le cose basilari ti tormenta.
Ma nonostante tutto ci riprovi, sperando che sì, quella volta, proprio quella volta, ci riuscirai.
Dici a te stesso: “Sì, è una cosa fattibile. Ce la puoi fare”
Fallendo miseramente ogni volta.
E no, non racconto dell’ansia di parlare in pubblico, l’ansia prima di un esame, l’ansia di vedere una persona dopo molto tempo.
Racconto, ad esempio, di quella che si prova a bere in pubblico.
Per quanto vorrai sempre poter bere in solitudine, capiterà un giorno in cui starai morendo di sete e ci saranno persone intorno.
Nessuna via di uscita. Bisogna farlo. Chiudi gli occhi. Senti il cuore pulsare in petto. Un respiro profondo. Centinaia di occhi fissi su di te. Ispira. Espira. Apri gli occhi. Prendi la bottiglietta d’acqua. Respira. Senti il cuore pulsare nelle tempie. Il sangue scorrere nelle guance. Ti chiedi se farai troppo rumore stringendo la bottiglia. Ti stanno guardando. Apri la bottiglia. Appoggerai la bocca all’estremità della bottiglia in modo normale? Non vorrai certo apparire volgare. Ogni vaso sanguigno del tuo viso è estremamente dilatato nell’azione di far scorrere sangue. E se una goccia d’acqua uscisse dall’angolo della tua bocca? Non vuoi che accada, vero? Ti stanno guardando. Ti udiranno se deglutisci troppo fragorosamente. Riesci a malapena a controllare il tuo respiro. Chiudi la bottiglia e la posi al suo posto. 
Un senso di angoscia ti divora. 
Dici a te stesso “Il peggio è passato, tranquillizzati. Ci riuscirai la prossima volta.”
ALESSIA FRASCA V D LICEO ARTISTICO – ISTITUTO “G. CARDUCCI” – COMISO (RG)