Storie di immigrazione.

Come ogni anno la manifestazione presso il Teatro Massimo, dedicata al tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, ha aperto il progetto “Finestre”, sostenuto dal Centro Astalli.
Il progetto vuole favorire la riflessione sul tema dell’esilio, in particolare attraverso il contatto diretto con rifugiati e l’ascolto delle loro storie di vita.
La manifestazione era finalizzata alla premiazione di testi scritti da ragazzi di scuole medie e superiori sul mondo delle migrazioni, rispettivamente nell’ambito dei concorsi “Scriviamo a colori” e “La scrittura non va in esilio”

Nei testi il problema dell’immigrazione viene raccontato attraverso gli occhi di noi ragazzi che, nel contesto scuola, forse maggiormente viviamo la diversità e la necessità di integrarci: si è compagni di classe e di vita indipendentemente dalla provenienza e dal colore della pelle.

Nei vari elaborati si notano varie sfaccettature del tema dell’immigrazione, come ad esempio l’ansia dovuta alle difficoltà di arrivare di molti migranti, l’angoscia dovuta alle torture subite, ma anche la violenza di genere o il lavoro irregolare di chi arriva e viene sfruttato.
Per me gli scritti più significativi sono “La conchiglia dalle striature rosse”, di Rebecca Maria Intermite, e “Tutti i sogni del mondo (Yusra Mardini)”, di Gabriele Durante.

Il primo racconto si apre con la descrizione di un momento di euforia: la protagonista parte per una vacanza al mare con la famiglia.  La prospettiva cambia quando la ragazza, entrando in acqua, si ricorda di quel bambino con la maglietta rossa lasciato morto sulla spiaggia, quella spiaggia dove sperava di trovare una vita migliore. La protagonista trova un modo per portare il bimbo alla memoria: raccoglie una conchiglia con delle venature rosse, che ricordano il colore di quella maglietta. Il racconto ci induce a non dimenticare le tragedie dei migranti in mare, e ci ricorda che, mentre per molti ragazzi il mare è simbolo di spensieratezza, per tanti altri significa la morte.

Il secondo racconto, invece, narra una storia vera, quella di Yusra. Nel racconto l’acqua di una piscina prima di una gara e quella del mare si intersecano nel flusso dei pensieri, delle riflessioni e dei ricordi della protagonista. È così che, mediante questa tecnica narrativa, il tuffo viene associato alla partenza di tanti immigrati per la terra della speranza.

In poche ore sono arrivati a tutti noi messaggi molto importanti, ad esempio l’importanza del contributo di ciascuno alla lotta contro la discriminazione ed alla difesa dei Diritti Umani.
In Italia spesso si parla di stranieri e clandestini, ma non si lascia quasi mai parlare loro…
Scuola Secondaria, III A