Il muro di Eugenio e Paolo

Il Muro
Abbattere il muro fisico è facile. La parte piú lunga e dolorosa è distruggere quei muri che hanno imprigionato il pensiero. Ci vuole tanta volontà, tanta curiosità, voglia di cambiare e rispetto verso gli altri,ma non sempre funziona. Ci sono muri per non far passare persone,città,paesi e muri per precludere la propria libertà e quella altrui.
Quando si parla di questo tipo di barriere diventa inevitabile non pensare al muro di Berlino,costruito nel 1961 per segnare il confine tra Berlino ovest e Berlino Est.
La caduta di quest’ultimo aprì la strada per la riunificazione tedesca,che fu conclusa il 3 ottobre 1990.Altri muri sono quelli tra Usa e Messico,(1994)per “proteggere” gli Stati Uniti dal traffico di droga. Quello tra Iran e Pakistan,(2007)per proteggersi da immigrati clandestini,traffico di droga e mercato nero. Quello tra Ceuta e Melilia,(1990,Spagna)costruito per evitare l’immigrazione clandestina dall’Africa.I muri fisici sono molti,ma altrettanto sono quelli morali. Essi possono essere innalzati nel quotidiano,da un semplice litigio tra amici;su scala mondiale invece i muri sono edificati a causa dell’avidità umana,dell’ipocrisia, dell’intolleranza, della lotta per il predominio,per la supremazia,per la sete di potere dei popoli.
I muri generano odio,discriminazione,disuguaglianze,
impoverimento umano,civile,economico e morale.

Eugenio Mendella
Paolo Pucciarelli