Stiamo davvero finendo l’acqua?

La scarsitá dell’acqua è uno dei problemi più attuali e gravi.

Questa è una delle difficoltà che il governo prova ad affrontare e ad incorrere in maniera più estesa e approfondita. I paesi maggiormente afflitti da questo problema sono:

L’Africa settentrionale e orientale assieme al medioriente, alcune aree del sudest Brasiliano e in particolare l’Australia.Le persone residenti in questi luoghi sono costrette a viverci in condizioni pietose  . In alcune zone l’acqua non è potabile e circa l’11% ne fa uso data la carenza, non riescono a procurarsi acqua da fonti sicure nemmeno il minimo per la sopravvivenza.Dovremmo provare a far istituire dei pozzi con acqua potabile e che basti per le popolazioni.

Una delle tante cause è l’inquinamento provocato dagli scarichi industriali, dalle automobili e in generale dai mezzi di trasporto, dal riscaldamento delle abitazioni nei mesi più freddi e a sua volta  anche dall’agricoltura.

Le prospettive per il futuro non sono rosee, entro il 2030 se non si attueranno i giusti correttivi le città con problematiche importanti relative all’acqua saliranno esponenzialmente includendo moltissime persone che non avranno acqua nemmeno per i bisogni primari. Non sono stati ancora presi dei provvedimenti concreti ma comunque le persone hanno una consapevolezza di ciò che potrebbe accadere, infatti, nel loro piccolo cercano di aiutare e ridurre questa problematica attraverso magari la raccolta differenziata o l’utilizzo dell’acqua con parsimonia. Per questo anche nelle scuole stanno attuando dei piani di sensibilizzazione diretti alle nuove generazioni, per insegnargli a fare un uso saggio, corretto e responsabile delle risorse non rinnovabili. Questa problematica è direttamente connessa con l’inquinamento per via dei cambiamenti climatici. Quindi oltre a ridurre gli sprechi di acqua, nella nostra quotidianità dovremmo cercare di ridurre il più possibile le emissioni di co2 cercando quanto è più possibile di utilizzare i trasporti pubblici, usare di meno la macchina e fare un uso meno intenso dei riscaldamenti quando è possibile. Nel mondo solo l’1% delle acque totali è dolce, all’uomo è destinato solo lo 0,1%. Attualmente, 3,6 miliardi di persone abitano in zone in cui l’acqua scarseggia per almeno un mese all’anno, e la cifra è destinata a salire, con una popolazione mondiale che potrebbe arrivare a contare i 10,2 miliardi di unità entro metà secolo. Oggi utilizziamo in totale circa 4.600 km cubi d’acqua: il 70% se ne va per l’agricoltura, il 20% per le attività industriali e il 10% per consumi casalinghi. Tuttavia la domanda è destinata a crescere: negli ultimi 100 anni è aumentata di sei volte, e ogni anno sale dell’1%. In Cina, il governo pianifica la creazione di 16 città-spugne, che dal 2020 dovrebbero riuscire a riciclare il 70% dell’acqua piovana grazie a una migliore permeabilità del suolo e al ripristino di adiacenti paludi. Questi ecosistemi potrebbero servire anche a contrastare inondazioni e siccità, tra gli effetti più comuni ed estremi del riscaldamento globale. Per ora non sono stati ancora attuati autentici provvedimenti per cercare di far fine a questa problematica. Altri paesi hanno in programma di attuare alcuni piani per ovviare a questo disagio. Come ad esempio l’UE ha concordato insieme ai suoi stati membri l’agenda 2030, un insieme di regole per un mondo meno inquinato.

Di Lucente Lorenzo

Passarella Chiara

Cotugno Mathias

Cascardi Anna

Bucci Gian Marco

Santoro Giovanni