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Reporter per un giorno. Intervista ad Anna De Michele, assistente sanitario della Asl3

di Stella Panavjia – 2B

I servizi del Centro disturbi alimentari 
Tra i  numerosi specialisti presenti al salone dell’Orientamento per Asl3, abbiamo intervistato Anna De Michele, un’assistente sanitario del Centro disturbi alimentari, un servizio aperto nel 2004 nei locali dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto; il centro si occupa di disturbi alimentari e della formazione nelle scuole e vi è un équipe di lavoro a disposizione degli utenti.

Che cos’è il disturbo da alimentazione incontrollata?
Questo disturbo consiste in un attaccamento patologico al cibo, che non vede il cibo per quello che è il suo scopo principale ovvero il nutrimento, ma come “consolatore” quando ci si sente tristi o arrabbiati; sono in genere persone molto sovrappeso. Se prima era un disturbo che colpiva le donne di una certa età che non si sentivano più parte della vita del loro figlio, ora sono anche presenti ragazzine di dodici, tredici anni che hanno questo problema.

Il tasso dei disturbi alimentari è cresciuto o diminuito negli anni?
Inizialmente il periodo di insorgenza era il periodo dell’adolescenza, al giorno d’oggi invece questi disturbi colpiscono qualsiasi età e ceto sociale e si trovano ragazzine di undici anni con un esordio di disturbo alimentare, purtroppo aumentato anche a causa dei social media, che presentano dei modelli di bellezza fasulli, foto che spesso vengono alterate con l’uso di applicazioni per correggere i difetti, e che quindi non rappresentano persone reali.

Bisogna quindi anche ricorrere all’intervento di uno psicologo?
Certamente, perché il cervello è formato prevalentemente da grasso, e non ingerendo nulla – come nel caso dell’anoressia – non si riesce a ragionare. Quindi la terapia deve percorrere due binari, quello psicologico e quello nutrizionale.

Qual è dunque l’esito dei disturbi alimentari?
Quello alimentare è un disturbo che si può guarire, ma che richiede molto tempo, pazienza e forza di volontà per non ricadere nel turbine del disturbo. Talvolta non serve solo l’intervento ambulatoriale che offriamo noi, ma bisogna recarsi in centri di riabilitazione perché anche la famiglia deve accompagnare la terapia. Molti genitori spesso non riescono ad accorgersi del problema e ad intervenire in tempo. Il percorso è lungo e la terapia ha una durata minima di diciotto mesi.

Quali tipi di servizio sono presenti nel centro?
Nel centro sono presenti dietiste, infermiere, nutrizioniste, assistenti sanitari che hanno tutti il compito dell’educazione alimentare, e quindi si occupano di accompagnare le persone nell’alimentazione. Nel centro forniamo anche i pasti assistiti a mezzogiorno che hanno la durata di un’ora e mezza, nei quali si cerca di inserire i cibi “fobici” per chi teme di ingrassare, come la pasta e il pane.