La conquista dei diritti umani

Ancora oggi il cammino verso la completa tutela dei diritti umani è lungo e tortuoso, con momenti di crisi e di vittorie, con  “colline” da superare: basti pensare agli sbarchi di immigrati che continuamente avvengono al largo delle cose orientali della Sicilia. Uomini che non vengono accolti nei Paesi in cui cercano rifugio, solo perché vi sono poi innumerevoli problemi burocratici ed economici da affrontare, senza rendersi conto che oltre a tutto ciò, si tratta comunque di essere umani, che non hanno lasciato la propria terra per voler proprio, ma per costrizione, per l’istinto naturale che li porta a difendersi e a continuare a vivere, per un futuro dove non c’è morte ma rinascita.

Tuttavia, con il tempo, così come l’innalzamento del livello delle acque degli oceani si sta concretizzando, allo stesso modo sempre più persone si battono per diritti che ancora oggi non erano riconosciuti, partendo ad esempio dal diritto e dalla libertà di amare chi si vuole, indipendentemente dal sesso o dalle tradizioni culturali, perché amore non è orientamento sessuale, ma un sentimento incondizionato verso l’altro. Si tratta di diritti sociali conquistati nel corso dei secoli, un uomo non avrebbe mai potuto essere omosessuale due secoli fa se non segretamente, così come una donna non avrebbe potuto affermare le proprie capacità lavorative come anche solo un secolo fa e si continua verso il miglioramento.

Antonio Cassese, giurista ed esperto in Diritto internazionale, sostiene che i diritti umani siano il simbolo della vittoria dell’uomo sociale sull’uomo biologico, sulla natura dell’uomo. Sin dall’antichità, quest’ultimo ha cercato di migliorare, attraverso la politica, la filosofia, l’economia, il suo rapporto con la società, partendo da una condizione primitiva, di massima brutalità, dove ognuno era portato a prevaricare sull’altro per la sopravvivenza. I solitari comportamenti di amore e benevolenza, se pur primitivi, erano dovuti comunque all’istinto naturale di protezione dei propri consanguinei, come l’amore che istintivamente una madre prova per un figlio.

Per un’adeguata convivenza civile, l’uomo è stato “forzato” a mettere a tacere i suoi istinti naturali sviluppando, con i secoli, l’io sociale ed i diritti dell’uomo, ma proprio per il fatto che ciò è qualcosa che l’uomo ha dovuto instituire, non si potrà mai escludere la possibilità che gli istinti prevarichino sull’io sociale, a causa di regimi autoritari. Istinti egoistici di pochi che agiscono sui deboli, in vista dei propri interessi, a discapito delle vite umane. La protezione dei diritti umani risulta così inevitabilmente precaria, poiché non si potrà mai evitare al 100% una riproduzione del problema, un riaffermarsi degli istinti sull’io sociale. Si tratta quindi di un processo assai lontano dall’essere lineare e completo, ma debole e continuamente interrotto da “ricadute, imbarbarimenti”.

A favore di ciò, il biologo Hamburger afferma che niente potrà mai eguagliare la crudeltà del vero uomo, dell’uomo messo a tacere dalla società e forzato a comportarsi secondo le leggi, neanche quest’ultime. Infatti, se pur esistendo organizzazioni non governative e Stati a tutela dei diritti umani, da qualche parte nel mondo si staranno sicuramente verificando episodi di prevaricazione degli istinti sui più deboli e se non contro l’uomo, contro gli animali o la natura e quale miglior esempio “d’ingiustizia di cui la natura ha dato prova nello sviluppo della vita”, se non lo sfruttamento intensivo degli animali per rispondere alla continua crescita della domanda di produzione o il sempre più radicato sfruttamento ed inquinamento del territorio?

Questa è la prova che l’uomo, pur nascondendosi dietro l’immagine del cittadino modello, sfoga comunque i propri istinti su qualcos’altro, perché è la natura che lo ha deciso e al volere di quest’ultima non ci si può sottrarre. Inoltre il processo che ha portato ad una minima tutela dei diritti umani non é solo lungo e tortuoso, ma soprattutto impercettibile agli occhi del singolo individuo, così come le glaciazioni o i cambiamenti climatici. I fenomeni naturali, infatti, non sono percepibili istantaneamente, ma i loro effetti saranno constatati, ad esempio, in un confronto tra cinquant’anni, ma é necessario rendersi conto del loro accadere per evitare effetti disastrosi in seguito, così come è vitale migliorare tutto ciò che riguarda la tutela dei diritti umani e sensibilizzare le masse sempre più, per evitare di degenerare nell’anarchia assoluta, dove ognuno agisce per la propria sopravvivenza.

Come sosteneva il celebre filosofo Spinoza, l’uomo in una dimensione preistorica dove non esiste alcuna legge, è portato ad agire per istinto naturale e soprattutto prevaricare l’altro per i propri bisogni naturali. Per questo, vista l’impossibilità di una vita nella completa anarchia che avrebbe portato alla scomparsa del genere umano che non può coltivare i propri interessi, non può svolgere il proprio lavoro se qualcuno è sempre pronto ad attaccarlo alle spalle, la massa di individui è divenuta comunità, delegando ad una figura superiore, il compito di stabilire una legge che eviti la prevaricazione reciproca, applicarla ed assicurarsi che venga rispettata da ogni individuo.

In conclusione solo l’acquisizione dei diritti umani garantisce all’individuo quella libertà che, nello stato di natura privo di norme paradossalmente non possedeva, per cui solo con la prevaricazione dell’io sociale sugli istinti violenti dell’uomo verso i suoi simili, gli animali, la natura stessa, verrà garantito il progresso dell’umanità.

Giulia Ficicchia VAL