Tik Tok e la denuncia di Feroza Aziz

Instagram, Twitter e Facebook sono i social più celebri conosciuti dai giovani e non solo. A oggi però Tik Tok li supera tutti ed è una delle applicazioni più scaricate al mondo, con circa 663 milioni di download e un totale di circa un miliardo di utenti. L’app si è sempre basata sui video e sulla musica, i filmati sono molto brevi, con una durata variabile tra i 15 e i 60 secondi ed eventualmente è possibile modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari. Da quando è stato lanciato questo social, il lip-synch non è più l’unico elemento fondamentale per la creazione di questi video, infatti oggi i contenuti sono molto più variegati: video sulla moda, sugli animali, sugli sketch comici e sullo sport. Nell’ultimo
periodo quest’applicazione è stata anche utilizzata per parlare di attualità, da alcune settimane infatti su internet, dopo la diffusione di un post su questo social, si sta parlando dei campi di detenzione in Cina, come quello di Xinjiang, presentato dal governo cinese come un ‘campo di rieducazione’.

Il 23 novembre scorso la 17enne americana Feroza Aziz ha utilizzato Tik Tok per denunciare una verità scomoda. Il post sembrava apparentemente un comune tutorial sul make-up, dopo pochi secondi però proseguiva parlando, con estrema naturalezza, delle persecuzioni e le violenze subite dalla minoranza musulmana degli Uiguri in Cina, i cui membri sono rinchiusi in enormi campi di detenzione, e definiva tutto questo come un vero e proprio olocausto. Una situazione già nota alle Nazioni Unite, che però, dice Aziz, hanno fallito nel bloccare questo genocidio.
In modo diretto e coinciso Feroza è riuscita sicuramente ad ottenere quello che sperava, ossia la diffusione di questa notizia, le sue parole hanno scosso i social a tal punto che i quotidiani ne hanno parlato per giorni e continuano a farlo. Qualche ora dopo la pubblicazione del video la ragazza aveva denunciato su Twitter che il suo account su Tik Tok era stato censurato, pochi giorni dopo sono arrivate le scuse ufficiali di Eric Han (responsabile statunitense della sicurezza dell’app): “Vorremmo scusarci perché a causa di un errore umano di moderazione, il video è stato rimosso, è importante però chiarire che la nostra comunità non vuole impedire la diffusione di questi contenuti”.
Che si stia facendo sempre più labile anche per questo social il confine che separa lo svago dei più giovani dalla politica?

Alessandra Mastrantuono
ITT Mazzotti Treviso