“ PARCHEGGIATEVI ”, ADESSO TOCCA A NOI !

“Potrei anche andarmene adesso e chiudere questa partita, senza mettermi in fila con gli altri e aspettare che vinca la vita”: si tratta di una frase estrapolata dalla celebre canzone “Amici” del rapper  Massimo Pericolo, dal suo album d’esordio “Scialla Sempre” (solo su questa citazione e sulla figura di Massimo Pericolo si potrebbe scrivere un lungo elaborato ma non sarà questo il caso ) .

La musica nel corso della storia ha sempre rappresentato la colonna sonora di ogni epoca, il linguaggio più evidente attraverso il quale le nuove generazioni definiscono e raccontano il contesto in cui vivono. Ogni nuova generazione, per potersi riconoscere, deve seguire un proprio percorso mediante un linguaggio fatto di parole sì, ma anche di emozioni e di gesti, dove i ragazzi celebrano la propria nascita sociale, ovvero la nascita dei propri valori. La frase citata racchiude a pieno la poetica del genere cui noi giovani siamo tanto appassionati, la Trap, ed essa, come la musica in generale, aiuta ad uscire da quel senso di vuoto, di noia, di apatia  che caratterizza l’intera l’adolescenza . Quindi la musica va concepita come quel mezzo in grado di offrire una maggiore conoscenza di sé stessi ed evidenziare le difficoltà che si incontrano lungo il percorso di vita nell’odierna società .

Chi sono, insomma, i giovani? Che cosa vogliono? Con quali mezzi si propongono di perseguire i loro obiettivi? Qual è il loro peso reale nelle trasformazioni che stanno cambiando l’attuale società? Sono queste le domande che ognuno deve porsi prima di  approcciarsi alla variegata e complessa tematica del disagio giovanile, la quale ancora oggi, dopo anni ed anni di dibattiti, servizi giornalistici, inchieste sociologiche, convegni, non riesce a trovare una spiegazione definita e precisa nell’immaginario collettivo. E’ rilevante  far presente che nella  contraddittoria realtà giovanile vi sia un primo elemento comune, il quale  va identificato nell’imposizione di norme comportamentali, di valori, di atteggiamenti decisi dai gruppi dominanti in un qualsiasi campo ideologico o sociale che sia. Questa condizione risulta essere  caratterizzata ulteriormente dall’assenza di soluzioni immediate e di prospettive future, quindi di una conseguente non adeguata collocazione nel mondo del lavoro. Tale situazione nasce dalle continue delusioni, dall’emarginazione e dalla strumentalizzazione di cui siamo o ci sentiamo vittime; strumentalizzazione che sfocia spesso in una disarmante criticità sui mezzi di una democrazia, che  si rivela sempre più per quella che è: astratta, teorica, non effettiva. Il mondo giovanile va a divenire un mondo a sé, anzi va meglio catalogato come un mondo chiuso, una dimensione alternativa tormentata e caratterizzata da diffidenze e animosità. Certo, tale situazione non è per tutti eguale: ci sono giovani che tentano di capire, di agire; che dibattono insieme i loro problemi; che cercano di non perdere i contatti né con le masse né tanto meno con la società. Molti è anche vero, però, che si ripiegano in sé stessi; si isolano amareggiati, sfiduciati, lasciandosi trasportare dalle cose, dalle circostanze, in attesa passiva di tempi diversi .

Negli ultimi decenni si è assistito a una graduale mutazione della fisionomia umana e civile, politica e morale dei giovani; per idee, sentimenti e valori risultiamo profondamente diversi dalle generazioni precedenti. Il dato più clamoroso è sicuramente quello che gli adolescenti moderni  non avvertono più il fascino dell’attività politica. Sono le attività sportive e ricreative quelle che attirano in più larga misura, poiché permettono di ritrovarsi in modo di stringere e rafforzare dei  legami al di fuori di qualunque connotazione ideologica o qualsiasi volontà di “ battersi ” per un obiettivo politico. E’ dunque la dimensione umana e sentimentale a prevalere negli interessi e nelle esigenze dei giovani, dimostrando sostanzialmente quel notevole distacco dall’ubriacatura politico-ideologica del periodo scorso. Le nuove generazioni, in altri termini, hanno silenziosamente ma decisamente rifiutato gli eccessi di una strumentalizzazione politica, proiettandosi  in una tendenza di vivere in modo da realizzare sé stessi  in libertà e serenità. Si sbaglierebbe comunque a ritenere i ragazzi d’oggi protesi verso un totale individualismo personale, indifferenti ai problemi della società e dello Stato, della cultura e della politica. La giustizia sociale, la libertà, l’onestà sono valori ritenuti da parte nostra  fondamentali, indispensabili per  una società moderna e che voglia  realizzare un costante sviluppo non soltanto in senso materiale, ma anche morale e umano. Pur non svolgendo attività politica impegnata, la politica non viene considerata  come negativa o inutile, ma anzi affermiamo che essa deve tendere ad assicurare a ognuno  la possibilità concreta di realizzarsi.

Non si può neanche dimenticare che nella civiltà, cosiddetta occidentale, la distruzione dell’ambiente, l’alterazione dell’equilibrio ecologico, la massificazione provocata dai mezzi di comunicazione, un totale conformismo, lo svuotamento della democrazia e l’affermarsi dei regimi essenzialmente autoritari nonostante l’apparenza democratica, la disoccupazione, l’emarginazione, l’insicurezza hanno determinato una situazione oggettivamente difficile e preoccupante per le nuove generazioni, trovatesi a vivere in una società in crisi, violenta, lacerata da aspri conflitti politici ed economici. La cultura, la politica, l’economia, i rapporti umani tipici del passato sono sottoposti quotidianamente ad un’ impietosa critica, accusati di essere responsabili di tutti i mali presenti. Tutto ciò ci porta ad essere in costante aperta polemica con gli adulti, ma tale aspetto non risulta un fenomeno atipico, anzi, le nuove generazioni si sono sempre contrapposte a quelle passate. Noi, giovani d’oggi, siamo principalmente animati, quasi ossessivamente, dal differenziarci quanto più possibile dai nostri genitori; anche negli aspetti più comuni della vita quotidiana, la scelta dell’abbigliamento, il taglio di capelli, l’uso di un linguaggio nuovo e spregiudicato, rivela la nostra decisa volontà  di distinguerci, di essere riconosciuti immediatamente per una generazione a sé . Libertà di movimenti, indipendenza totale, autonomia personale, rifiuto della tradizione, dell’autorità sia familiare che sociale risultano i mezzi con i quali tentiamo ( e speriamo ) di ribaltare dalle fondamenta il modo di vivere e pensare attuale. Di conseguenza, nella scuola gli studenti contestano apertamente gli insegnanti e si rifiutano di considerarli come guide morali, non riconoscendo loro alcuna funzione o qualità; nella famiglia, non  si accetta più l’autorità del padre e della madre e nella società, è presente un costante velo di criticità e contestazione delle tradizionali strutture politiche, morali, culturali nel tentativo di promuovere un nuovo, diverso ordine sociale .

La dequalificazione del titolo di studio e, quindi, la conseguente delusione per migliaia e migliaia di ragazzi che attraverso la scuola avevano sperato di conseguire un avvenire diverso e migliore; la drastica riduzione delle possibilità di trovare un lavoro; l’emarginazione politica e sociale, culturale ed economica; un senso profondo di totale frustrazione possono spingere  intere masse di giovani a tentare un rivolgimento radicale delle istituzioni . La questione giovanile deve essere percepita come una delle problematiche centrali non solo della società odierna ma della democrazia del nostro Paese. Noi, nuove generazioni, stiamo attraversando un periodo di ripensamento, di assestamento dei valori e delle speranze:  ciò  che ci distingue realmente da qualsiasi confronto con  le generazioni passate pare essere quel bisogno di sentimenti  vivi e sinceri, di certezza e sicurezza, in ogni contesto . Particolarmente significativa deve essere quell’evidente diffidenza per le illusioni astratte e irreali, a tutto vantaggio della concretezza, di un totale realismo. Noi, ragazzi moderni, in realtà, al di là dell’apparenza, pur desiderando di essere liberi, avvertiamo l’esigenza di un’autorità, la quale non si risolva in un autoritarismo stupido e violento, ma che sappia anzi al contrario offrire una guida, una certezza, costituendo un punto di riferimento. Una problematica  la cui soluzione non spetta certamente a noi giovani o meglio a noi soltanto, in quanto richiede l’impegno coerente e deciso delle forze politiche costituzionali e dello Stato. Per troppo tempo  siamo stati illusi e ingannati, per lunghi anni ci siamo mostrati fiduciosi e propensi a dar vigore a promesse costantemente ripetute e puntualmente dimenticate;  oggi decidiamo di essere protagonisti attivi e non soggetti passivi delle decisioni che ci riguardano direttamente.  La questione giovanile deve divenire un punto prioritario e di svolta per tutta la vita nazionale. La scuola, le istituzioni, la società devono essere coscienti e risentire di quella pressione sempre più asfissiante di noi giovani, nonché giustificata dal desiderio reale più che mai di trovare un nostro spazio, un nostro futuro.

VINCENZO NICOLO’, 4^ As