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Scienziati Israeliani progettano batteri mangia CO2, che producono biocarburante

Il lavoro svolto dagli scienziati del Weizmann Institute of Science in Israele potrebbe segnare l’inizio di una svolta climatica.
Di recente, si sente sempre più spesso parlare di cambiamento climatico: il messaggio lanciato dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg è stato raccolto dai giovani di tutto il mondo, i quali, durante i
Fridays For Future, hanno scioperato chiedendo a gran voce ai governi del mondo azioni concrete contro il surriscaldamento terrestre.
Una possibile soluzione potrebbero averla trovata gli scienziati del Weizmann Institute of Science in Israele. Dopo, circa 10 anni di studi, sono riusciti a progettare dei batteri in grado di nutrirsi di anidride carbonica (CO 2 ), presente nella nostra atmosfera e principale causa del surriscaldamento globale, e produrre biocarburanti. Il team di ricerca, coordinato dal Prof. Ron Milo, ha eseguito i propri studi utilizzando dei batteri di Escherichia Coli – conosciuti comunemente per essere responsabili di infezioni intestinali, causate da cibo contaminato – e modificandoli attraverso l’ingegneria genetica.

 

Normalmente, questi batteri si nutrono di zuccheri per vivere, tuttavia essi sono stati geneticamente modificati per utilizzare l’anidride carbonica e, in minor misura, un composto organico denominato “formiato” per svolgere i loro processi vitali. Il passaggio da una dieta a base di zuccheri a una dieta a base di CO 2 ha richiesto pazienza: i batteri sono stati quasi totalmente privati di zucchero e sono stati coltivati in un ambiente ricco di anidride carbonica (una quantità pari a 250 volte quella dell’atmosfera terrestre) e nel corso delle generazioni una parte di essi è stata in grado di evolversi e sopravvivere solo grazie al gas che li circondava. Nel DNA dei batteri, infatti, è stato aggiunto un gene che contiene le informazioni per la produzione di un enzima in grado di costruire biocarburanti a partire dall’anidride carbonica e, invece, è stato rimosso un gene che metabolizza lo zucchero. La scoperta potrebbe portare alla produzione a basse emissioni di biocarburanti e inoltre aiuterebbe a rimuovere l’eccessiva anidride carbonica dall’atmosfera. “Il nostro laboratorio è stato il primo a perseguire l’idea di modificare la normale dieta di un organismo eterotrofo (un essere che si nutre di sostanze organiche) per convertirla in autotrofismo (‘che vive grazie all’aria’),” ha detto Milo. “All’inizio sembrava impossibile, ma ciò ci ha fornito numerosi insegnamenti durante i nostri lavori, e alla fine abbiamo dimostrato che si può davvero fare. I nostri risultati costituiscono una pietra miliare significativa verso il nostro obiettivo di applicazioni scientifiche efficienti e verdi”.

Fonte: www.rinnovabili.it

-Tiziano Grillo, 3°BSA.