LA BAMBINA CHE AVEVA CAPITO IL MARE

Un racconto, commovente e avvincente al tempo stesso, che racconta l’impresa di Tilly, il piccolo “angelo della spiaggia” che salvò la vita di cento persone mettendole al riparo dalle acque di uno dei più devastanti tsunami della storia, quello del 26 dicembre 2004 nell’Oceano indiano. Buona lettura!

 

LA BAMBINA CHE AVEVA CAPITO IL MARE, di Elisa Tendas

– “Tilly!” –

– “Mamma non lasciarmi sola!” –

Fece appena in tempo a pronunciare queste parole che fu travolta da un vortice di buio.

Non riusciva a respirare e sentiva che tutto quello vicino a lei sarebbe a breve finito.

Cominciò a dimenarsi e ad urlare, poi si svegliò di colpo e si accorse che era tutto un sogno. Ma non sapeva quello che presto le sarebbe capitato …

Cominciò a fare mente locale e si accorse che era un altro, noiosissimo giorno di scuola. Non solo: si accorse anche che era in ritardo, ma oggi non si sarebbe potuta permettere di entrare in seconda ora, come faceva sempre, poiché il suo professore avrebbe dovuto spiegare un argomento molto importante.

In cinque minuti era pronta e subito si incamminò verso l’autobus che l’avrebbe portata a scuola; forse sarebbe arrivata in orario.

Una volta iniziata la lezione si accorse che questa era molto diversa dalle altre soprattutto perché interessante: parlava di sismi e di come avvengono gli tsunami.

Riguardo a questo fenomeno il professore fece vedere loro il filmato di uno tsunami e Tilly capì che era proprio quello che aveva sognato la notte prima.

Provò un senso di dispiacere infinito per tutte quelle persone travolte e tutto quello che aveva detto il professore le rimase impresso nella mente. Tuttavia era ancora inconsapevole di quello che, molto presto, le sarebbe accaduto…

Qualche mese dopo, come ogni vacanza di Natale che si rispetti, Tilly e la propria famiglia decisero di partire per Phuket, un’isola della Tailandia.

Lì non faceva freddo, anzi, c’era un tale sole da potersi fare il bagno al mare e rimanerci per ore e ore.

Ma a Tilly non piaceva fare il bagno in mare: preferiva restarsene sulla sdraio ad abbronzarsi o andare a giocare con la sabbia in compagnia dei suoi genitori e della sua sorellina.

Così fece. Prese rastrello e paletta e si mise a costruire un castello di sabbia a qualche metro di distanza dalla riva così da potere osservare il mare; ancora non sapeva che questo le avrebbe salvato la vita.

Tilly era fiera del suo castello, tanto che ogni persona che passava le faceva i complimenti; fu a quel punto che si accorse che parte del castello era crollata molto velocemente.

Non fu quello, però, a farle notare quello che stava accadendo; si girò di scatto e il suo sguardo si rivolse verso il mare.

Era molto strano: non le sembrava vero, riusciva a vedere tutte le conchiglie che il giorno prima aveva provato a pescare ma non era riuscita a prendere.

Ora il mare cominciava a ritirarsi sempre di più, inoltre stava anche ribollendo. Si girò allora verso la propria famiglia, che stava disperatamente cercando di tener ferma Peggy, la sua cagnolina.

Fu in quel momento che Tilly capì che si trattava di un’emergenza: si stava avvicinando uno tsunami e, ormai, non c’era più tempo da perdere.

Tilly si ricordò che il professore le aveva detto che, prima di uno tsunami, il mare si ritira e, prima dell’arrivo dello tsunami vero e proprio, passano 10 minuti. Inoltre in caso si possieda un animale, bisogna controllarne i comportamenti: Peggy era troppo strana e agitata rispetto al solito.

Guardò l’orizzonte e si accorse di un’onda anomala che le sembrava crescere sempre di più. Mentre lei era realmente preoccupata, la maggior parte dei turisti era affascinata dall’insolito fenomeno di una spiaggia che diventava sempre più ampia; perciò, incuriosita, si avvicinava sempre di più al mare.

Ma Tilly aveva tutti i motivi per diffondere l’allarme, anche perché non mancava molto all’arrivo dello tsunami che avrebbe devastato l’intera isola di Phuket in pochi minuti.

Non perse un attimo di tempo. Corse dai genitori e li avvertì del pericolo. Insieme a loro cominciò a urlare in mezzo ai bagnanti, dicendo di scappare il più lontano possibile perché era in arrivo uno tsunami.

All’inizio qualche persona la prese per matta, altri non le credettero subito, ma Tilly  fu talmente convincente che riuscì a salvare cento persone, guidandole ai piani più alti dell’hotel dove aveva alloggiato con la propria famiglia.

Tilly doveva dare l’esempio, ma neanche lei riusciva a restare tanto tranquilla, perché quello che stava facendo era sì salvare delle persone, ma non sapeva se sarebbero riusciti a salvarsi tutti.

Erano tutti in preda alla disperazione. Tilly, allora, si fece coraggio e, buttando fuori un grande sospiro, indicò alla gente la strada della salvezza.

Una volta giunti all’ultimo piano dell’hotel, tutti erano impegnati a guardare una cosa sola: l’onda era arrivata a un’altezza di 51 metri. Lo tsunami aveva cominciato ad avanzare.

Si avvicinarono tutti verso il centro. Un bimbo piccolo abbracciò fortissimo la propria mamma. Un piccolo topino che era uscito dalla sua tana, forse per cercare del cibo, rientrò dentro per cercare la mamma. Peggy smise di abbaiare e ora tremava come una foglia.

Tilly sapeva come sarebbe andata a finire, ma si sforzava il più possibile di pensare positivo.

Più il nemico si avvicinava e più i bagnanti sulla spiaggia cercavano di indietreggiare, ma senza via di scampo.

Dagli occhi di Tilly uscì una lacrima che le attraversò il volto. Poi, con un tonfo leggero, cadde a terra.

Il mare aveva trasportato via con lui un bimbo di pochi anni, forse tre, che era rimasto lì a giocare con la sabbia, ignaro di quello che gli sarebbe accaduto.

Rimasero lì, impalati, a guardare Phuket, l’isola fantasma: non c’erano più alberi, case, bar; tutto era distrutto.

Una volta finito lo tsunami, Tilly diede l’esempio ai bagnanti: decise di ritornare in spiaggia e, per dare coraggio agli abitanti del posto, riprese a fare quello che aveva lasciato in sospeso, come se nulla fosse mai accaduto.

Tornata in Inghilterra, Tilly sapeva che dopo quella esperienza la sua vita sarebbe cambiata….