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Notte nazionale dei licei classici: la 4 E propone “Quattro Strozzi in una stanza”

di Alessia Setzu e Alice Preste, 1B

Venerdì 17 gennaio si è svolta la notte dei licei classici. Questa serata si svolge annualmente a partire dalle 18 e fino a mezzanotte, i ragazzi dei licei, che a questo evento lavorano da settimane insieme ai loro insegnanti, mettono in scena drammatizzazioni di opere classiche e di miti, si cimentano in danze e musiche legate al mondo antico e alla Grecia moderna, in maratone di lettura di poeti, invitando ex alunni e ospiti famosi a presentare libri e a parlare delle esperienze post liceali. Quest’anno nel liceo D’Oria di Genova la sera è cominciata con una presentazione in aula magna, in seguito accompagnata da spettacoli organizzati dagli stessi alunni, in cui troviamo il canto, la danza, la poesia, la musica…
Successivamente le classi che avevano organizzata un’esibizione hanno iniziato a prepararsi per andare in scena alla nove.
Di particolare interesse artistico è stato lo spettacolo su Bernardo Strozzi, pittore e religioso italiano del Seicento.
Nacque a Campo Ligure nel 1581, paese della Valle Stura, nell’entroterra di Genova, da una famiglia povera. Infatti era Pizzorno il reale cognome della famiglia d’origine, il padre era di Rossiglione, la madre era di Campo Ligure. A Campo Ligure, infatti viene ancora conservata una delle prime opere note del pittore, il Martirio di Santa Lucia all’interno della chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine.Recentemente ulteriori studi ipotizzano che all’interno della stessa chiesa sia nascosto un altro dipinto del Pittore.
Sin dalla più tenera età si trova ad affrontare situazione difficili, con il padre morto e la madre malata, così decise di entrare in convento nel 1599.
Una delle sue più grandi passioni, sin dalla tenera età, fu la pittura; quando in convento gli fu vietato farlo ricevette l’aiuto da cappuccino che si trovava lì : padre Zaccaria.
Sempre grazie a lui nel primo decennio del 1600 parte alla scoperta dell’Italia, tra le sue mete troviamo città come Roma e Milano.
Ma presto decise di rientrare in Liguria, precisamente a Genova, dove cominciò a dipingere liberamente.
Con la morte nel 1625 di Carlo Doria, esponente insieme al fratello Stefano della famiglia più ricca e influente della Genova del tempo, e poco dopo nel 1629 della madre, Strozzi è costretto a rientrare in convento, così decide di lasciarlo e partire per Venezia.
Successivamente nel 1644 muore a Venezia in un ambiente più libero.
Opere di Strozzi sono conservate, oltre che alla Galleria di Palazzo Rosso di Genova e in chiese e musei di Venezia, in musei di tutto il mondo, fra cui l’Ermitage di San Pietroburgo, il Museo di belle arti di Chambéry, l’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il museo Magyar Szépmüvészeti di Budapest, la National Gallery a Londra. In Spagna si trovano, in particolare, La Veronica e Tobia cura il padre cieco, custoditi al Museo del Prado, e Santa Cecilia, custodito al Museo Thyssen-Bornemisza.
Dopo aver assistito allo spettacolo abbiamo intervistato gli alunni che si erano occupati di organizzarlo e presentarlo.

Da cosa è nata l’idea e perché vi siete ispirati proprio a Strozzi?

Il progetto è nato da un’idea della professoressa Guinnasso, che dopo averci proposto di presentare a palazzo Lomellino, alcune opere del celebre pittore genovese, nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, ci ha poi suggerito di riproporre l’esperienza alla notte del liceo classico, inserendovi anche un’interpretazione teatrale.

Come descrivereste l’ arte del maestro?

Se dovessimo descriverla con una parola utilizzeremmo il vocabolo “attenta” per la diligenza e la cura dei dettagli nei diversi quadri. E’ un artista che all’interno delle sue opere dipinge soggetti reali, concreti e rappresenta scene di vita quotidiana preferendole a quelle sacre di santi e madonne severe e improntate a un senso grave e solenne di sacralità o devozione nei ritratti di famiglia che tanto erano in voga al suo tempo. Il giovane trova nella pittura il modo più creativo per sfogare la propria irruente e inquieta passione.

Quali sono le opere che più vi hanno colpito?

I quadri che ci hanno colpito sono stati “La Parabola del banchetto di nozze” per la complessità della composizione e la precisione dei dettagli, che metteva in scena il momento più significativo della parabola ovvero la punizione impartita dal sovrano a colui che si era presentato al banchetto privo di abiti nuziali. L'immagine può contenere: 1 persona

Risultati immagini per Il suonatore di liuto strozzi

Il suonatore di liuto” per l’anatomia, per la consapevolezza e la professionalità nel tenere le mani sullo strumento, l’elemento più pregevole del dipinto è sicuramente la doppia natura morta sul tavolo, rappresentata dai frutti, dai fiori disposti nel vaso di cristallo che riflette la luce, e dallo spartito musicale.

E infine nella sua semplicità la “Cuoca”, si tratta di una scena di genere, ossia un semplice soggetto di vita quotidiana, che ne implicò una collocazione defilata all’interno della collezione Brignole-Sale secondo la gerarchia dei generi all’epoca in voga che prevedeva la superiorità dei soggetti storici o religiosi.

Che emozioni avete provato nel mettere in scena questo spettacolo?

È stata un’esperienza divertente e istruttiva, molto interessante è stato inoltre organizzare il tutto ed esporlo ad un pubblico.