Young Matano $K: dietro le quinte della musica. Intervista

Napoli, dicembre 2020. Ho avuto il piacere di intervistare Young Matano $K, giovane artista musicale napoletano, per parlare del suo lavoro e di quello che avviene dietro le quinte del mondo della musica.

Spiegaci un po’ ciò che fai.

“Sono un produttore di musica elettronica, addetto anche a registrazione, missaggio e mastering di tracce musicali. Scrivo, compongo e arrangio brani musicali. Noi produttori elettronici siamo potenzialmente indipendenti, non ci è necessario saper suonare particolari strumenti musicali, ma basta un po’ di conoscenza della teoria musicale. Possiamo, ad esempio, ottenere una frase di chitarra senza dover ricorrere ad un chitarrista. Questo grazie alla possibilità di “sintetizzare” particolari strumenti in modo elettronico. Per approfondire dovrei parlare di campionamento, quantizzazione e funzioni matematiche, ma non credo sia il caso”.

“Colui che è addetto al mixaggio e al mastering delle tracce- prosegue Matano- deve adattare al meglio il suono del brano perché possa rendere al meglio sia su un impianto stereo professionale, sia su una cassa molto economica.”

Per svolgere il tuo lavoro necessiti molte apparecchiature, quali due non possono assolutamente mancare?

“Sicuramente le apparecchiature aiutano, specie se di fascia alta. Dovessi sceglierne solo due fondamentali, direi sicuramente un computer e un paio i di cuffie.”

Quanto è importante avere orecchio in ciò che fai?

“L’orecchio ha la massima importanza in ciò che faccio. Per rendere al meglio in questo settore, è necessario ascoltare molta musica e allenare l’orecchio a cogliere più differenze possibili tra i brani, nonché per poter tirare fuori il meglio da ogni traccia musicale.”

Qual è la parte che preferisci del tuo lavoro?

“Le sessioni di studio con gli altri artisti. È importantissimo scambiare idee e confrontarsi. Inoltre, capita spesso che alcuni si sentano in imbarazzo durante la registrazione. Ciò che cerco di fare sempre è mettere a proprio agio i cantanti/musicisti. Ogni momento creativo deve essere prima di tutto un momento di divertimento. Se non ci diverte in studio non si fa musica.”

Quanto tempo è necessario per svolgere al meglio il lavoro in studio? E quanto, invece, per la parte che riguarda il post registrazione?

Young Matano: “Non esiste un tempo prestabilito. L’ispirazione è fugace. Ci sono artisti che hanno registrato brani in cinque minuti con un riscontro decisamente positivo ed altri che dopo giorni trascorsi a registrare la stessa canzone hanno perso quello slancio creativo iniziale e molto spesso abbandonano il progetto.”

Vedi quest’attività come un’opportunità lavorativa o soltanto come un modo per guadagnare qualcosa in attesa di un lavoro diverso?

“In realtà non avevo visto ciò come un’opportunità lavorativa, tantomeno come un’opportunità di guadagno. I soldi non sono la mia prima priorità, quanto un incentivo per giustificare il tempo che dedico ad ogni artista. Sicuramente potrebbe essere un secondo lavoro, ma non ho mai considerato tutto questo come una fonte primaria di guadagno.”

Il tuo lavoro comporta la conoscenza di molti artisti, di cui molti alle prime armi. Come fai a metterli a proprio agio?

“Non è facile. Ognuno gestisce la tensione a suo modo. Sicuramente aiuta l’ambiente informale in cui registrano, ma non basta. L’importante è farli divertire, metterli a proprio agio e ovviamente spiegare che tutto è un gioco, nulla di più.”

Oltre ai vari servizi che offri, produci anche pezzi tuoi in collaborazione con altri artisti. In quale delle due passioni riponi più fiducia?

“Domanda difficile, in realtà dipende molto dal mood del momento, la fiducia è secondaria. Può capitare un giorno in cui ho voglia di sperimentare cose nuove, un altro in cui produco qualcosa che starebbe bene con le linee vocali di qualche artista, un altro ancora in cui ho lavori su commissione da eseguire. Ci sono davvero mille varianti da considerare.”

Abbiamo quasi finito. Secondo te, perché i ragazzi dovrebbero o potrebbero seguire questa strada?

“Tutti abbiamo qualcosa da dire. Sicuramente la musica è un ottimo canale di comunicazione, soprattutto perché è uno dei modi più naturali per esprimersi. L’uomo accompagna tutte le sue esperienze con la musica, dai riti delle tribù africane fino ad arrivare al blues, musica nata nei ghetti afroamericani per denunciare le condizioni disumane in cui vivevano.”

Dai un consiglio a coloro che vogliono iniziare a lavorare in questo settore.

“Divertitevi! Innamoratevi della musica e dei suoi mille generi, ma non fermatevi alla superficie. La musica è arte, è matematica, è fisica. Ascoltatela, ballatela, condividetela. Solo a quel punto sarete in grado di lavorarci.”

Bene, questa era l’ultima. È stato un piacere.

Benito Sarnelli, III C