La Shoah oggi

Oggi parlare di Shoah potrebbe sembrare quasi anacronistico, eppure non vi è tema più attuale per la realtà che viviamo.

Una cosa che la storia mi ha insegnato è che, purtroppo, il duro cammino dell’evoluzione dell’uomo è caratterizzato da una continua guerra civile tra uomo e uomo, tra abitanti di uno stesso pianeta che si scontrano per affermare la propria individuazione. Viene difficile credere, per chi conosce il susseguirsi degli avvenimenti storici, che l’essere umano possegga veramente dei valori positivi.

Sin dal principio, su questa Terra, ci sono sempre stati personaggi forti che hanno reso altri dei vinti, dei sottomessi; è inevitabile che qualcuno si ponga al potere a discapito di qualche altro. Sicuramente la Shoah, ampiamente descritta nella poesia di Primo Levi “Shemà”, ha segnato una pagina importante per la storia di ognuno di noi, non solo per coloro i quali l’hanno vissuta sulla propria pelle, ma anche e soprattutto, per chi è nato dopo questo grande avvenimento.

A seguito del genocidio degli ebrei, sono state infinite le campagne di civilizzazione, di educazione al rispetto dell’altro, ma riflettendo su ciò che attualmente stiamo vivendo, mi chiedo se siano davvero servite a qualcosa.

Per noi giovani, oggi, sarebbe impensabile iniziare una guerra contro il nostro amico brasiliano conosciuto in America, o contro la nostra sorella acquisita finlandese. Questo perché ci hanno educati alla differenze, a riconoscere la bellezza che in essa risiede. Per lo stesso motivo, però, è tremendamente difficile, per noi ragazzi, far finta di non capire cosa sta succedendo all’interno della nostra società, in Italia in modo particolare.

Il razzismo, l’odio, la necessità di screditare chi è diverso non nascono, ne si diffondono, casualmente; questi fenomeni fondano le loro radici nei piccoli gesti che compiamo senza rendercene conto. Ad esempio, quando nella scheda elettorale segniamo con la “x” un nome a caso, magari di qualcuno che ha promesso più ricchezza agli italiani.

E poi magari il nostro voto si aggiunge a quello di altri che, come noi, hanno votato perché devono e non perché lo riconoscono come un privilegio. E magari, così facendo, lasciamo che a governare, a decidere per noi, sia un politico burattinaio che ci induce a credere che noi siamo migliori di altri esseri umani.

Magari iniziamo ad additare per strada  chi crediamo diverso, ma solo per una nostra soddisfazione; poi dimentichiamo la Carta dei diritti dell’uomo e, magari, smettiamo pure di esserlo, uomini, s’intende.

E’ tutto un susseguirsi di cose incontrollabili, ma è da qui che è nata la più grande strage della storia, ed è da qui che, purtroppo, noi stiamo partendo per costruire la nostra Italia del futuro. Fortunatamente, noi giovani, crediamo ancora nella forza della fratellanza e, quando toccherà a noi decidere, magari ricorderemo i racconti dei nostri nonni, o il dolore negli occhi del nostro amico siriano, e magari, questa volta, sceglieremo la libertà all’ignoranza.

Anna Di Franco VAL