Quando la fotografia diventa racconto

La tengo sempre lì, attaccata alla bacheca sopra il letto; la carta è sgualcita e il bordo un po’ strappato, ma quella foto rimane tra tutte la mia preferita.

Attenzionando un po’ più da vicino il formato piccolo dell’istantanea si possono riconoscere le nostre facce, la mia e quella dei miei amici; è sera, siamo seduti sulle mattonelle azzurre del terrazzo della casa che avevamo affittato per passare le meritate vacanze estive, dopo un lungo anno scolastico.

Era il compleanno di Giulia quella sera, le avevamo preparato una sorpresa, i palloncini attaccati alla ringhiera in ferro battuto del balcone, la torta un po’ sciolta sul tavolo di plastica, i nostri sorrisi, la pelle abbronzata e ancora salata dall’ acqua del mare.

Se dovessero chiedermi quale sia il vero senso della vita, probabilmente mostrerei quella foto attaccata alla bacheca; so che può sembrare infantile e anche un po’ banale, ma per quanto statica una foto possa essere, in essa io ci vedo tutto il bello che la vita ha da offrirmi.

Chiudo gli occhi e risento il rumore delle onde, i ciottoli della spiaggia che bruciano sotto i piedi, il sapore di una pasta troppo cotta, condita con la salsa in offerta e un po’ di inesperienza, la frenesia della notte.

So di essere ancora molto giovane e so di non conoscere tutte le sfaccettature della vita. Tutti i giorni guardando il telegiornale mi rendo conto di quanto meschino e vigliacco questo mondo possa essere: gente che è disposta a rubare, ad uccidere, accecati dall’ odio; persone incarcerate da quel desiderio felino di arricchimento; persone vuote, con le tasche piene.

Sono ancora giovane, ma ho capito che per quanti compleanni e Natali possano passare, il regalo più bello e prezioso rimane comunque la vita, una tela bianca che possiamo decorare come meglio crediamo sbagliando e correggendo; e per quanto il mondo sembri un luogo ostile, ci offre tutti i pennelli e colori possibili per abbellire al meglio la nostra tela, spetta solo a noi trovarli e guadagnarceli.

Non voglio che qualcuno fraintenda, non vedo la mia vita come una favola, dove tutto va sempre per il verso giusto, ma mi piace pensare di poter riuscire ad affrontare le difficoltà che incontrerò lungo la mia strada come in quella foto, con la leggerezza di un ragazzo di diciassette anni.

Anche in questa foto non era tutto perfetto, una settimana a Lipari può essere molto più difficile di quanto si possa pensare, abbiamo litigato, urlato, abbiamo perso l’autobus e siamo tornati a casa a piedi, ci siamo fatti male, abbiamo pianto, ma niente di tutto questo è bastato per dividerci, perché bastava uno sguardo, una battuta, per tornare come prima.

La vita oggi è così, una corsa ad ostacoli, puoi superare l’ostacolo o buttarlo a terra, poco importa, perché, alla fine della corsa, non conta quanti ostacoli siano rimasti in piedi, ma il peso che hai dato a questi .Non sai mai cosa può avere il destino in servo per te , l’ importante è sempre affrontare le cose con leggerezza , perché , alla fine dei conti , c’ è sempre una soluzione ; e non serve a niente provare a cambiare quello che ormai è stato fatto :impiega il tuo tempo per cercare un nuovo rimedio. Mi piace la mia età, perché è tutto facile, sono adulto e bambino allo stesso tempo, sono felice che la mia unica preoccupazione sia la scuola, anche se spesso mi arrabbio per cose stupide, cerco sempre di vedere il lato positivo in tutto.

Ma, soprattutto, sono grato di aver trovato persone valide, con le quali passare una settimana a Lipari e scattare una foto che mi segni per sempre, pronte a difendermi dalle cattiverie del mondo. E anche se già so che le nostre strade si divideranno un giorno, mi basterà dare un’occhiata alla bacheca sopra il letto per ricordarmi perché sono felice.

Ottavio Cannavà  5 AL