SHOAH: “È SUCCESSO E PUÒ SUCCEDERE ANCORA”

Ogni anno vanno ricordate le tragedie avvenute nei campi di concentramento meno di un secolo fa per evitare che le migliaia di morti diventino solo numeri. 

 

Gli ultimi sopravvissuti dellolocausto stanno lentamente scomparendo, è un nostro dovere far sì che con essi non scompaiano anche le loro testimonianze. Le nuove generazioni devono essere informate, le immagini e i video degli orrori che sono stati compiuti sotto gli occhi di tutti devono essere diffuse, questi argomenti devono essere trattati per combattere lindifferenza e lignoranza. Nulla è terminato il 27 gennaio del 1945.

 

Gli osceni soprusi sono solo il risultato di un sentimento covato negli animi delle persone da tempo. Già prima della seconda guerra mondiale numerose volte gli ebrei erano stati attaccati. La colpa originale di cui erano accusati era quella di aver crocefisso Gesù. Durante le crociate avvennero i primi episodi antisemiti: Emicho di Leiningen, sostenendo di aver avuto una visione di Dio che gli aveva ordinato di convertire o uccidere gli ebrei, guidò degli attacchi a Spira, Worms e infine Magonza che portarono alla morte di migliaia di ebrei. Successivamente nel 1348 ci fu una terribile epidemia di peste, e poiché non si era a conoscenza delle origini di questa malattia, si iniziò a sostenere in primo luogo che gli ebrei avessero avvelenato i pozzi e successivamente che fosse una punizione di Dio per la tolleranza dei cristiani nei loro confronti. Non molto tempo dopo vennero accusati anche di essere degli avari usurai, di non volersi integrare con il mondo cristiano-occidentale. Pretesti per un odio che oggi sembra impossibile, ma che in quel contesto sembrava essere indispensabile. Incredibile fino a dove la crudeltà umana riesca a spingersi.

 

Una storia che spereremmo lontana ma che rischia di ripetersi; infatti sentir parlare di cattiveria infondata è diventato il nostro pane quotidiano. Siamo nel periodo in cui i fischi razzisti allo stadio sono quasi più comuni dei cori incitativi, in cui uomini e donne devono nascondere la propria sessualità, perché lItalia è il terzo posto più pericoloso in Europa per le persone Lgbtq. Colpevoli di nulla, vittime solo perché diversi. E ancora, siamo nel periodo in cui il sentimento antisemita e fascista non è un mero ricordo, quanto unattuale realtà. A 75 anni dalla liberazione dei campi di sterminio, la senatrice Liliana Segre è costretta a muoversi con la scorta, un professore universitario ha condiviso un elogio ad Hitler sui social definendolo una semplice opinione personale”. Ed è notizia di pochi giorni fa la scritta qui c’è un ebreo”, comparsa su una porta a Mondovì. È, quindi, davvero così impensabile lipotesi che, se non stiamo attenti, la storia possa ripetersi?

 

(Martina Amitrano, Claudia Catello, Federica Aiello)