Cyberbullismo: la minaccia dilagante nel web

Spesso, quando si parla di bullismo, si pensa alla sola violenza fisica agita su ragazzi più deboli. Sono tanti coloro che, ancora oggi, non pensano che il bullismo sia anche violenza verbale: le parole, invece, bruciano l’anima e fanno più male di uno schiaffo, così come l’esclusione dal gruppo dei coetanei, la diffusione di pettegolezzi nei riguardi della vittima e l’isolamento.

Con l’introduzione delle nuove tecnologie, i “campi di battaglia” tra bulli e vittime non sono più soltanto corridoi, bagni e cortili scolastici, bensì i social: tutto è rinchiuso dietro degli schermi neri, amplificanti e complici silenziosi. Questo fenomeno che corre sul web è noto come cyberbullismo: il bullo credendo di non correre rischi, anche se in realtà ogni comunicazione via web lascia delle tracce, attacca la vittima conoscendo e facendo leva sulle sue debolezze.

Con la nostra esposizione a 360 gradi sui social, i bulli riescono a controllare la nostra vita: è facile così per loro arrivare a criticare le nostre scelte, che siano relative ad un paio di scarpe o al nostro orientamento sessuale. La persecuzione in rete assume così dimensioni incontrollabili, moltiplicandosi e crescendo con la stessa stessa velocità della rete. Grandi social come Instagram e Facebook hanno iniziato a prendere provvedimenti in materia, dopo essersi resi conto degli atti estremi che molti ragazzi hanno tentato o messo in atto sul web, per porre fine alla continua persecuzione, che, essendo virtuale, non conosce limiti di tempo o di spazio; ma arrestare il fenomeno del cyberbullismo non è così semplice o così immediato.

Numerosi sono i casi di suicidio degli adolescenti in Italia causati proprio da azioni persecutore ad opera i bulli attuati sulla rete. Di fronte a tale emergenza, anche il Governo italiano ha messo in campo numerose azioni per sostenere le vittime e arginare tale fenomeno, azioni che sono culminate, nel 2017, con la legge sul cyberbullismo (“Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”).

La tecnologia e i social si sono rivelati mezzi di comunicazione veloci ed intelligenti, ma dobbiamo ricordarci di utilizzarli con accortezza, dobbiamo fare attenzione a ciò che pubblichiamo, perché dall’altra parte dello schermo potrebbe esserci qualcuno pronto ad attaccarci. Dobbiamo essere accorti e tutelarci, prima di dare in pasto a tutti fatti e scatti della nostra vita privata; ma dobbiamo anche essere attenti e vigili, se vediamo comportamenti scorretti nei nostri confronti o nei confronti di altre persone, dobbiamo avere il coraggio di segnalarli e non restare il silenzio. Il silenzio uccide, rende incapaci di agire e di prendere il controllo delle situazioni. E anche un po’ colpevoli.