IL VIRUS CHE STA CAMBIANDO IL MONDO

“Virus, superate le 10mila vittime nel mondo”.
“Virus, prefettura Milano chiede impiego dell’esercito”.
“Virus, ieri record denunce: 9600”.

Questi sono solo alcuni dei titoli che hanno catturato la mia attenzione durante il telegiornale
delle 13.00.
Da ormai diversi giorni è tutto cambiato. Mi sembra di vivere in un altro universo, lontano anni
luce da quella che è, anzi, era la mia quotidiana realtà.
Mi ricordo quel venerdì 21 febbraio quando al telegiornale lanciarono l’amara notizia dei primi di
una lunga serie di oltre trentamila individui risultati positivi al Coronavirus.
Da allora tutto è cambiato: ci sono state vietate progressivamente tutte le attività che svolgevamo
normalmente.
Ormai anche le modalità di apprendimento sono diverse: le lezioni avvengono grazie a specifici
programmi che ci permettono di interagire a distanza.
Mentre guardavo un filmato che la nostra professoressa ha condiviso sulla classe virtuale, mi sono
soffermata a riflettere su un importante aspetto, che probabilmente in altre circostanze non avrei
preso in considerazione. Il filmato illustrava gli stati americani. Quando lo speaker ha pronunciato
“guerra civile”, io ho provato un profondo desiderio di trovarmi tra i banchi di scuola durante uno
dei frequentissimi dibattiti che nascono anche da semplici parole nella nostra classe. L’argomento
“guerre civili” avrebbe sicuramente fatto scaturire una discussione. Adesso invece l’unico modo
per essere partecipi ad una lezione è fissare lo schermo di un computer per ore.
Le pandemie sono sempre esistite nella storia, eppure ogni volta siamo impreparati, perché nuove
forme di vita, ignote fino al momento in cui si manifestano, interrompono le nostre normali
abitudini quotidiane.
Il mondo sta facendo di tutto per arginare e abbattere questo virus che ci sta distruggendo. Nel
frattempo io aspetto qui, chiusa in casa, come d’altronde lo ero ieri, l’altro ieri e oramai diversi
giorni a questa parte, a riflettere su quello che ci sta accadendo.
È proprio in questi momenti che mi rendo conto di quanto sia stata fortunata.
Che bei tempi quando potevo uscire di casa per recarmi a scuola, quando potevo abbracciare le
persone a cui tengo, quando potevo uscire per fare una passeggiata.
Da questa terribile emergenza vengono fuori tanti aspetti errati della nostra vita.
Sono certa che quando tutto questo cesserà, sarà cambiato qualcosa in ognuno di noi. Presteremo
più attenzione a ciò che facciamo e al modo in cui lo facciamo.
Secondo me nulla avviene per caso, anche gli avvenimenti più terribili e inaspettati.
Forse la natura ha voluto interrompere la nostra frenetica vita quotidiana e farci riflettere per un
attimo. Effettivamente avevamo bisogno di fermarci e di pensare al modo in cui stavamo andando
avanti.
Sono sicura che usciremo da questa strana circostanza più attenti, più prudenti e più forti per
vivere al meglio ogni situazione che si presenterà sul nostro cammino, bella o brutta che sia.

Flavia Giotta, 3L