Cosa mi sta insegnando la quarantena

Non siamo neanche a metà anno che già sono successi tre eventi spiacevoli. Doveva essere un bell’anno, l’inizio di un altro decennio, e invece ecco che cosa abbiamo affrontato, dobbiamo, o magari dovremo, affrontare: la probabile terza guerra mondiale (fortunatamente non scoppiata), gli incendi che hanno devastato l’Australia e ultimo in ordine cronologico, ma per questo non meno importante, il Coronavirus, epidemia che stiamo vivendo in quarantena chiusi nel tepore di casa nostra.

Ogni giorno è monotono e tutti vorremmo tornare alla normalità. Adesso ci troviamo a bramare quella che prima ci sembrava una noiosa e stressante quotidianità. 

Forse ci serviva proprio un momento di distacco dalla vita reale per soffermarci sui valori davvero importanti di quello che ci circonda. Ora provo a mettere in ordine quello che ho imparato.

  1. Non tutti i nostri desideri si avverano e ciò che volevamo fare e che aspettavamo da tanto a volte salta: la gita di tre giorni ad esempio che aspettavamo tutti con ansia è saltata per colpa di un virus “invisibile”.
  2. Per quanto mi sarebbe piaciuto andare a Ginevra, ora ci sono ben altre cose a cui pensare. Il Coronavirus si sta diffondendo sempre più velocemente e gli infetti stanno riempiendo gli ospedali. Ecco perché dobbiamo aiutare gli infermieri e chiunque lavori con questi malati standocene a casa. 
  3. Ho ripensato al fatto che non ci sono solo io. Facciamo tutti parte di una comunità e tra noi ci dev’essere un senso di solidarietà e fratellanza. Non è per questo che si fanno i flashmob? Quando mi affacciavo alla finestra e vedevo gli altri che cantavano o che accendevano la candela, o più semplicemente la torcia del telefono, sentivo davvero un senso di forza e unità nazionale.
  4. Penso alla regola d’oro, della quale abbiamo parlato a scuola ovvero: “Tratta gli altri come vuoi essere trattato”. Nessuno di noi vorrebbe prendersi il Coronavirus e quindi dobbiamo fare in modo che meno persone possibili se lo prendano attuando tutte le norme di sicurezza.
  5. Quando andavo a scuola, pensavo che avrei preferito stare a casa. Adesso però casa mia si è trasformata in una prigione, senza via di scampo se non l’attesa che tutto prima o poi tornerà come prima.
  6. Collegandoci a ciò che ho appena detto, voglio tornare a scuola. Rivoglio la mia vecchia normalità e la mia sensazione di libertà ora oppressa.
  7. A scuola avevo tutti i miei amici. Non avevo mai davvero pensato a quanto fosse importante una compagnia reale, che ricordiamocelo, è diversa da quella virtuale. Internet non è abbastanza, non riesce a farci comunicare con tutti. Nella vita reale è diverso. Ora mi accorgo di quanto mi mancano tutti quanti e di quanto vorrei rivederli. Ecco perché sto cercando di tenermi in contatto più che posso con quelli più cari, perché l’amicizia va coltivata anche in momenti di difficoltà come questo.
  8. Oltre a coltivare l’amicizia bisogna coltivare anche le proprie passioni. Ho approfittato di questo tempo in più per imparare nuove canzoni con la chitarra che poi cantiamo tutti insieme. È anche un momento per stare bene ed insieme in famiglia e riscoprirne i valori.
  9. Come ho detto prima, la mia casa sta opprimendo la mia libertà. Desidero ardentemente uscire di casa, anche solo per fare una passeggiata e respirare aria pulita (o almeno aria esterna che così pulita infondo non è). 
  10. Tutto è speciale e tutto ha un lato positivo se lo guardiamo con altri occhi. La scuola che vedevamo come un edificio pieno di stress e nel quale non volevamo tornare ora la rivogliamo indietro. Perfino il Coronavirus sembra arrivato per farci riflettere, solamente che a differenza della scuola vogliamo che se ne vada e ci lasci in pace.

Ginevra Rizzo, 3D