Non siamo neanche a metà anno che già sono successi tre eventi spiacevoli. Doveva essere un bell’anno, l’inizio di un altro decennio, e invece ecco che cosa abbiamo affrontato, dobbiamo, o magari dovremo, affrontare: la probabile terza guerra mondiale (fortunatamente non scoppiata), gli incendi che hanno devastato l’Australia e ultimo in ordine cronologico, ma per questo non meno importante, il Coronavirus, epidemia che stiamo vivendo in quarantena chiusi nel tepore di casa nostra.
Ogni giorno è monotono e tutti vorremmo tornare alla normalità. Adesso ci troviamo a bramare quella che prima ci sembrava una noiosa e stressante quotidianità.
Forse ci serviva proprio un momento di distacco dalla vita reale per soffermarci sui valori davvero importanti di quello che ci circonda. Ora provo a mettere in ordine quello che ho imparato.
- Non tutti i nostri desideri si avverano e ciò che volevamo fare e che aspettavamo da tanto a volte salta: la gita di tre giorni ad esempio che aspettavamo tutti con ansia è saltata per colpa di un virus “invisibile”.
- Per quanto mi sarebbe piaciuto andare a Ginevra, ora ci sono ben altre cose a cui pensare. Il Coronavirus si sta diffondendo sempre più velocemente e gli infetti stanno riempiendo gli ospedali. Ecco perché dobbiamo aiutare gli infermieri e chiunque lavori con questi malati standocene a casa.
- Ho ripensato al fatto che non ci sono solo io. Facciamo tutti parte di una comunità e tra noi ci dev’essere un senso di solidarietà e fratellanza. Non è per questo che si fanno i flashmob? Quando mi affacciavo alla finestra e vedevo gli altri che cantavano o che accendevano la candela, o più semplicemente la torcia del telefono, sentivo davvero un senso di forza e unità nazionale.
- Penso alla regola d’oro, della quale abbiamo parlato a scuola ovvero: “Tratta gli altri come vuoi essere trattato”. Nessuno di noi vorrebbe prendersi il Coronavirus e quindi dobbiamo fare in modo che meno persone possibili se lo prendano attuando tutte le norme di sicurezza.
- Quando andavo a scuola, pensavo che avrei preferito stare a casa. Adesso però casa mia si è trasformata in una prigione, senza via di scampo se non l’attesa che tutto prima o poi tornerà come prima.
- Collegandoci a ciò che ho appena detto, voglio tornare a scuola. Rivoglio la mia vecchia normalità e la mia sensazione di libertà ora oppressa.
- A scuola avevo tutti i miei amici. Non avevo mai davvero pensato a quanto fosse importante una compagnia reale, che ricordiamocelo, è diversa da quella virtuale. Internet non è abbastanza, non riesce a farci comunicare con tutti. Nella vita reale è diverso. Ora mi accorgo di quanto mi mancano tutti quanti e di quanto vorrei rivederli. Ecco perché sto cercando di tenermi in contatto più che posso con quelli più cari, perché l’amicizia va coltivata anche in momenti di difficoltà come questo.
- Oltre a coltivare l’amicizia bisogna coltivare anche le proprie passioni. Ho approfittato di questo tempo in più per imparare nuove canzoni con la chitarra che poi cantiamo tutti insieme. È anche un momento per stare bene ed insieme in famiglia e riscoprirne i valori.
- Come ho detto prima, la mia casa sta opprimendo la mia libertà. Desidero ardentemente uscire di casa, anche solo per fare una passeggiata e respirare aria pulita (o almeno aria esterna che così pulita infondo non è).
- Tutto è speciale e tutto ha un lato positivo se lo guardiamo con altri occhi. La scuola che vedevamo come un edificio pieno di stress e nel quale non volevamo tornare ora la rivogliamo indietro. Perfino il Coronavirus sembra arrivato per farci riflettere, solamente che a differenza della scuola vogliamo che se ne vada e ci lasci in pace.
Ginevra Rizzo, 3D