Cos’è il Coronavirus

La realtà al 5 marzo.

I coronavirus sono un’intera famiglia di virus ad RNA e ne circolano moltissimi, tant’è che sono responsabili di gran parte dei raffreddori; per questo motivo i virologi e l’OMS hanno dato un nome specifico all’agente patogeno di cui si parla in questo periodo e alla malattia che esso provoca. Il virus è detto “SARS-Cov-2” a causa della sua somiglianza (solo strutturale) con il virus della SARS, mentre l’infezione è stata chiamata “CoViD-2019”. Questo coronavirus non è il primo con cui l’uomo ha a che fare: già la SARS e la MERS appartenevano a questa famiglia di agenti patogeni.

Riguardo all’origine c’è una disputa e alcuni si chiedono se il virus sia stato realizzato in laboratorio. La risposta è che non ci sono certezze a riguardo, ma che semplicemente è molto più probabile un salto di specie.

Ad ogni modo è certo che il centro dell’epidemia sia il mercato di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. In Cina sono state prese misure di contenimento molto importanti e grazie ai provvedimenti delle autorità cinesi e alla correttezza dei dati ufficiali (testimoniati dagli ispettori dell’OMS) si è arrivati ad un picco e ora i malati dovrebbero cominciare a diminuire.

La diffusione del virus avviene da persona a persone tramite i virioni contenuti nelle goccioline d’acqua del respiro. Per evitare di espellere i virus quando si starnutisce, si dovrebbero coprire la bocca e il naso, e per evitare il contagio bisognerebbe tenersi alla distanza di almeno 1,82 metri. La contagiosità dai pazienti asintomatici e delle superfici non è dimostrata e comunque sortisce un effetto minimo sulla diffusione.

Stando ai vari studi sembra che il tasso di letalità si aggiri attorno al 2,5%, e che l’80% dei morti siano persone anziane o con patologie croniche. Non ci sono decessi al di sotto dei 10 anni d’età, e i teenager presentano una letalità del 0,2%. Il fatto che la letalità sia così bassa non deve però rassicurare: l’influenza, che uccide solo lo 0,2% dei malati, a causa della sua diffusione globale ogni anno miete 650.000 vittime.

Non si ha la certezza che dopo aver contratto il virus si venga immunizzati, e questo rende ancora più difficile sviluppare il vaccino.

Si deve ricordare che l’obiettivo dei provvedimenti non è quello di proteggere direttamente i singoli dalla malattia, ma di limitare e rallentare la diffusione. I provvedimenti che ognuno prende in preda alla paura e in maniera egoistica (come assaltare i supermercati) spesso sono dannosi. Allo stato attuale delle cose le speranze di contenere l’epidemia sono poche. Nonostante ciò bisogna continuare con le misure precauzionali in modo da non sovraccaricare il sistema sanitario.

Non cercare di aggirare i provvedimenti: ad esempio, se i locali sono chiusi, i party in casa non sono un’alternativa.

di Simone Licciardi 3^D