Dantedì 2020 in quarantena

 

Dantedì. Oggi più che mai la poesia di questo autore richiama la situazione di distacco che costringe a un legame “dantesco”, “platonico” proprio noi che non abbiamo la possibilità di abbracciarci e ci fa sentire più vicini di quanto lo siamo fisicamente

  

Ieri, 25 marzo 2020 è stato il primo Dantedì. Ce lo ha ricordato anche il TG, unica fonte di notizie esterna per la maggior parte degli italiani che, strenuamente, rispettano le restrizioni del decreto che costringe tutti noi a #stareacasa e a ritrovare nella quotidianità i piaceri che una vita frenetica che adesso pare essere un’oasi lontana, un tempo, ci ha portato via. 

É proprio così. Dante non smette mai di sorprenderci con la sua modernità: tutti noi conosciamo la sua vocazione, quella per Dio e Beatrice che sembra rispecchiarsi nei rapporti “a distanza” che oggi stiamo vivendo. 

L’affetto nei confronti di un nostro caro, se non ci fosse questa emergenza, lo dimostreremmo con abbracci e carezze che ora purtroppo ci é vietato anche ricevere per il nostro bene e quello degli altri. É così che balza alla mente ciò che abbiamo studiato sui libri di letteratura riguardo Dante e la relazione con la sua amata: a lui era concesso di avvicinarsi a lei, se l’avesse voluto avrebbe potuto parlarle anche a una distanza inferiore a un metro e mezzo ma non lo fece. Egli predilesse ciò che a noi oggi sembra inconcepibile: un amore, un affetto fatto di parole, parole di conforto e premura verso le persone a cui teniamo. Dante ha saputo esternare con eccezionale maestria tutti i sentimenti che provava per Beatrice ma non ha mai avuto il privilegio di toccare con mano il viso candido che tanto venerava e adorava; ha saputo vivere senza contagiarla della passione che ribolliva dentro di lui, come se avesse contratto un virus. La sua poesia ha fatto da mascherina, occhiali e camice, una divina protezione della quale saremmo ansiosi di spogliarci e correre i pericoli che ne conseguono, se solo potessimo. Per fortuna quella che viviamo noi é una realtà ribaltata, ci nascondiamo da un male che possiamo prevenire e quando sarà tutto finito troveremo la cura in sorrisi e sguardi lucidi che eravamo impazienti di ricambiare. Andrà tutto bene, anche se per ora continuiamo ad amarci tramite uno schermo alimentando questo sentimento con la consapevolezza che un giorno gli abbracci che riceveremo saranno più forti, le corse più veloci e la musica più alta.

Dante non smette mai di insegnarci qualcosa, e ricordarlo in un giorno tutto dedicato a lui é il modo migliore per imparare. Grazie Dante!

 

a cura di Maria Rita Sofia di Stasio 3C Classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli