Considerazioni sull’emergenza coronavirus

In questi giorni mi è capitato, per così dire, di avere molto tempo per riflettere. E, vivendo in sostanza nell’epicentro dell’epidemia di coronavirus in Italia, mi rendo sempre di più conto di quanto nessuno di noi italiani fosse preparato ad un evento di questa portata. Considerato ciò, è ancora più incredibile quello che stiamo riuscendo a fare, così come questo lato “nuovo e mai visto” del nostro paese, di incredibile solidarietà e unione (seppur solo in senso figurato e non fisico).

Non possedevamo (e tutt’ora non possediamo) le infrastrutture, i fondi ed il personale necessario per affrontare una infezione virale della portata del Covid-19, e nemmeno i protocolli adeguati a contenere il contagio, ma stiamo comunque riuscendo a compiere progressi nel fronteggiare questa emergenza. Certamente, il numero di contagiati e vittime continua a salire, e vista l’incredibile attenzione mediatica che questa situazione ha ricevuto, a volte si fa fatica a comprendere a pieno che oltre a quei numeri vi siano effettivamente persone, vite, che purtroppo si spengono prematuramente. Ma bisogna ricordare anche che in alcune zone, quali Codogno, si sta lentamente sconfiggendo l’infezione.

Questo non vuol dire che si possa abbassare la guardia, neanche per un secondo, anzi, siamo nel momento critico per la “guarigione” del nostro paese, ma si può guardare a Codogno come un faro di speranza, un luogo-modello che è anche allo stesso tempo una visione dell’Italia che si riprenderà, seppure non immediatamente, da questo orrore.

Sono stati compiuti degli errori, anche piuttosto gravi, nel fronteggiare questa emergenza, sia da parte del governo che della popolazione, e parte di questi hanno giocato o giocheranno un ruolo fondamentale nei prossimi giorni (come la fuga di notizie relative alla limitazione degli spostamenti e la conseguente fuga di persone dalle regioni del Nord). Però guardando ad altri paesi, come il Regno Unito, che nonostante una ingente presenza di contagiati non ha ancora preso provvedimenti per la sicurezza pubblica, questi errori sono quasi comprensibili (diciamo la verità, nessuno di noi si aspettava che una simil-influenza proveniente dalla Cina avrebbe provocato un tale disastro).

La parte di questa vicenda che ha dell’incredibile è invece relativa alle persone di tutti i giorni, volontari e personale medico in primo luogo, che stanno affrontando una emergenza di proporzioni mai viste con un coraggio straordinario, come una sorta di eroi del quotidiano.  A vederla da fuori, la si potrebbe paragonare quasi a Davide contro Golia, scontro il cui esito speriamo tutti sia il consueto. Mi ha stupito profondamente anche la grande quantità di donazioni effettuate da privati (ammetto candidamente che non speravo noi italiani fossimo un popolo così unito ed altruista), e allo stesso modo sono stato colpito negativamente dalle truffe che sono sorte relativamente a questa emergenza. Stento a credere che qualcuno riesca ad essere tanto sconsiderato da mettere a rischio la salute degli altri, ma in questo caso in particolare anche la propria e quella dei propri cari, per arricchirsi illecitamente in una situazione del genere. Non dico si debba lavorare per forza senza essere retribuiti, ma da qui a vendere ad un enorme sovrapprezzo e in maniera illegale mascherine che neanche funzionano c’è una ampia via di mezzo.

Anche se a volte esempi di questo tipo mi demoralizzano, sono estremamente fiducioso. Confido nella buona volontà che molti hanno dimostrato, ma anche nell’esempio cinese: in Cina, almeno ufficialmente, non si registrano quasi più nuovi contagiati, se non in prevalenza persone provenienti dall’esterno del paese. Se ce l’hanno fatta loro, sono sicuro riusciremo a superare questo momento buio anche noi. Avanti Italia! (anche, se per ora, si resta a casa).

Classe 3B