Coronavirus: i miei giorni di quarantena

CATANIA- L’11 marzo,  il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato lo stato di quarantena estesa a tutta l’Italia. Da quel momento, le nostre vite sono cambiate. Non si può più uscire di casa se non per motivi di reale urgenza, per lavorare o per fare la spesa. Le scuole sono chiuse e per noi ragazzi inizia una nuova esperienza, le lezioni a distanza, attraverso video conferenze ci mettiamo in contatto con professori e con tutta la classe ed insieme andiamo avanti con la nostra routine scolastica. La quarantena è stata estesa fino al 3 aprile, ma potrà essere ulteriormente prolungata, in base al corso dell’epidemia in questi giorni.

Molte mamme insieme ai loro bambini hanno realizzato cartelli e striscioni con la scritta, “ANDRÀ TUTTO BENE” per intrattenere i bambini e per dare un po’ di speranza in questa situazione piuttosto critica. I bambini più piccoli soffrono di meno questa emergenza perché non completamente coscienti di ciò che accade. Quello che fa più rabbia è che chi dovrebbe dare il giusto esempio, in realtà non si preoccupa della gravità della situazione e continua a svolgere la vita di sempre. Per questo è stato pubblicato il decreto “Io resto a casa” che ci obbliga a non uscire e ad evitare assembramenti, sperando che tutto si possa risolvere nei migliori dei modi, per quanto possibile. Mi rattrista affacciarmi dal balcone di casa e vedere il parco giochi, di solito, che è sempre colmo di bambini e delle loro risate, completamente vuoto. Questo porta ad uno stato di tristezza assoluta, d’altro canto significa che tutti stanno rispettando le regole e che al più presto tutto tornerà come prima.
Syria Patti, III BL