La Pandemia e l’Uomo

A Milano, poco più di 400 anni fa dilagò una delle pandemie che cambiò l’Italia, i quali effetti, vicende e drammi vennero trascritti e poi pubblicati solo 200 anni dopo da Manzoni. Si trattava della Peste Bubbonica, una delle pandemie più mortali documentate dalla storia.

Alessandro Manzoni nello scrivere i Promessi Sposi e la Storia della Colonna Infame, con molteplici riferimenti a fatti accaduti durante la peste, impresse per sempre nell’immaginario collettivo figure e scenari che ormai vengono definiti “tipici” in una pandemia.

Molte cose ormai sono cambiate da quei tempi in ambito tecnico e scientifico ma è innegabile notare comportamenti e reazioni umane identiche a quelle riportate di allora.

La Peste arrivò in Europa senza preavviso, le conoscenze mediche ai tempi erano minime e si basavano su intuizioni pseudo-scientifiche prive di fondamento sperimentale e la pandemia falciò centinaia di migliaia di vite.

Il COVID 19, noto internazionalmente come coronavirus, fino a poche settimane fa era dai più considerato un male remoto, quasi un semplice raffreddore. In questi giorni le autorità competenti ammettono che si sono trovate impreparate davanti ad una emergenza simile.

Tornando al 1630, la popolazione, stremata dalla fame e dalla paura, cercò riparo nella caccia alle streghe per i possibili portatori della malattia, i cosiddetti untori; casi di condanne a morte senza processo e linciaggi popolari contro innocenti sono stati anch’essi documentati nei rapporti dell’epoca, minoranze etnico/religiose e stranieri furono presi di mira dalla gente mossa da potenti e regnanti del tempo convinti che questi sollevamenti, puramente nutriti dall’ignoranza, potessero tutelare le loro posizioni.

Nei primi mesi del 2020, alla notizia di un virus dilagante in Cina con migliaia di contagiati, in Italia vengono registrati diversi casi di discriminazione e addirittura aggressione verso cittadini provenienti o originari dalla Cina; con il proseguire dell’emergenza i primi luoghi emarginati per la paura senza neanche che ci fossero casi accertati sono stati i ristoranti cinesi.

Durante la peste si verificò una conseguente crisi economica devastante che mise in ginocchio chiunque non fosse già morto per l’epidemia; numerose furono le proteste sia da parte del popolo che da parte dei fornai sul prezzo del pane, che in casi di emergenza veniva stabilito dal governo cittadino per evitare carestie, che comunque avvennero per una mancanza più totale di lavoro.

Con l’arrivo del COVID in Italia le misure prese inizialmente non sono state adeguate e i casi hanno incominciato a impennare in tutto il Settentrione, dove erano presenti i primi focolai del virus; le misure successive hanno stravolto l’economia nazionale mettendo in stallo la quasi interezza del settore terziario, che costituisce all’incirca il 70% del PIL nazionale. Il Paese si trova ad affrontare una crisi economica devastante, facilitata anche da una totale mancanza di fiducia nei mercati finanziari globali, portando a una recessione vista solo rarissime volte negli ultimi decenni, causata da quello che in economia si definisce un “cigno nero” (evento catastrofico dal punto di vista finanziario non prevedibile); non solo l’Italia ma anche tutta l’Europa si trova ad attivare misure eccezionali per salvare le economie nazionali ormai sull’orlo del baratro con investimenti pubblici di miliardi di euro per sostenere aziende, imprese e piccole attività autonome.

Le epidemie cambiano ma la natura umana è sempre la stessa, in questi momenti l’unità e l’osservanza delle regole, valori sconosciuti durante il dilagare della peste, sono fondamentali per il superamento dell’emergenza; questi sono i giorni in cui possiamo essere ricordati nella storia come una popolazione civile in grado di unirsi contro un nemico comune o un popolo perso nella paura e nell’ignoranza, come 400 anni fa.

Simone Combetto 4AL