Clementino, quarantena rap

La clausura in famiglia del rapper, le iniziative per il Cotugno, il rapporto con i fan. E le canzoni del prossimo album

Come passa la quarantena la gente? E, in questo caso, come vive la clausura da coronavirus un rapper di successo? Grazie a una presentazione familiare abbiamo intervistato Clementino via videochiamata su Skype. Gli abbiamo dato del lei, lui ci ha intimato di usare il tu.

Dove stai passando la quarantena?

“Fortunatamente mi sono trovato prima che tutto ciò iniziasse a casa mia, a Cimitile, con i miei genitori che abitano nel palazzo difronte. Chissà come sarebbe andata in passato, quando vivevo a Roma o a Milano, mi sarei ritrovato da solo.”

Come state passando la quarantena tu e la tua famiglia?

“Cerchiamo di non uscire se non per fare la spesa o per altre necessità. Cerco di spendere le ore leggendo qualche libro, guardando film e serie tv e ascoltando musica dalla mia collezione di vinili. Per noi rapper la clausura non è una novità assoluta, anche se mai così lunga, dato che siamo abituati a passare moltissimo tempo negli studi di registrazione a scrivere e a registrare, anzi io ne sto approfittando per scrivere il mio nuovo album. Naturalmente mi piacerebbe uscire per prendere un caffè, ma non si può fare, coì ne approfitto per dire che avevo ragione io, intorno a me, come rappavo in un mio pezzo, sono diventati “tutt scienziat” , ma non nel modo in cui immaginavo io.”

Hai dato il via a #CampaniaRappers un’iniziativa di raccolta fondi tra rapper campani a sostegno dell’ospedale Cotugno di Napoli, è stato facile fare questa collaborazione?

“Si, non abbiamo avuto alcuna difficolta a organizzare questo progetto e abbiamo messo da parte tutti le nostre divergenze personali in nome della giusta causa. Ognuno di noi ha donato il suo, sicuramente non siamo grandi imprenditori che si possono permettere di donare dieci milioni a testa, ed abbiamo invitato i nostri fan a fare altrettanto: leggendo “Il Mattino” ho compreso quanto fosse urgente il problema di un ospedale così in prima linea”.

Tu e molti altri rapper avete organizzato concerti a distanza tramite i social network, lo fate più per passare voi il tempo o per intrattenere noi relegati in casa?

“Ognuno fa il suo, a noi sta il compito di intrattenere la gente a casa, rispetto  chi ha deciso di rimanere per i fatti suoi senza regalare nulla ai  fan, ma… credo che noi che siamo stati insieme a loro usciremo meglio da questa situazione.”

Molti esponenti hip hop come te hanno fatto dei freestyle dedicati al Covid-19 incitando i vostri follower a seguire le normative anticoronavirus, secondo te stanno funzionando?

“Mi auguro che la gente recepisca e assimili il messaggio che stiamo tramettendo. Ritengo che l’infischiarsene delle regole e uscire di casa sia un forte segnale di egoismo: dobbiamo evitare che il contagio dilaghi, anche a Pasqua, ragazzi state a casa, stiamo tutti a casa.”

Come pensi si sia comportata l’Europa con l’Italia in piena pandemia?

“Quando era un problem a solo cinese ritenevo assurde le immagini ai notiziari di persone che urlavano dal balcone “Forza Wuhan”, adesso è toccata a noi la stessa sorte, mentre in Portogallo festeggiavano il virus in mascherina e in Francia si vestivano da puffi. Ora non scherza più nessuno, il Coronavirus è ovunque e, forse, anche l’Europa politica agirà di conseguenza”.

Se ti fossi trovato con un disco pronto da pubblicare in questo periodo, avresti condiviso la scelta di Nitro di pubblicarlo solo in versione digitale ed aspettare la riapertura dei negozi per i formati fisici o avresti posticipato l’uscita?

“Non saprei rispondere così su due piedi perché è una scelta difficile da prendere che non mi si è presentata, le etichette discografiche sconsigliavano fortemente di pubblicare cose nuove dato che i ragazzi non hanno la possibilità di andare agli instore e di scambiarsi opinioni riguardanti gli album non potendosi vedere faccia a faccia. Tuttavia analizzando l’esempio di Nitro le opinioni delle etichette potrebbero non essere del tutto giuste, lui è arrivato primo in classifica Fimi e i ragazzi come voi possono scambiarsi opinioni proprio come stiamo facendo noi adesso in videochiamata.”

 

Lorenzo Vacalebre, Matteo Ancona 3C Classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli