Come il racconto oggi può diventare un amico

 

In questo momento di grande solitudine dove ognuno di noi si trova a non poter trascorrere più, come prima, la propria vita quotidiana, il tempo viene impiegato il più delle volte ripensando ai ricordi del passato.
In questo periodo anche le amicizie si vivono a distanza, così come gli affetti, gli amori o anche le cose più pratiche come il lavoro e la scuola.
Noi ragazzi ci ritroviamo sempre nelle nostre camere a trascorrere le giornate tra lezioni online, videogiochi e serie Tv.
Tuttavia questa solitudine fa veramente così male?
Credo che a volte stare da soli faccia anche bene al proprio “IO” per riflettere o anche per progettare.
Forse siamo troppo presi dal caos della nostra vita ed in un momento di silenzio il racconto può diventare il nostro nuovo amico.
Raccontare vuol dire parlare di cose veritiere o farsi trasportare dall’immaginazione, volando così con la fantasia in un mondo che ci allontana dai problemi.
Raccontare vuol dire anche trovarsi tutti seduti intorno ad un tavolo ed ascoltare le storie più avventurose dei nostri nonni o quelle più divertenti dei nostri genitori.
Il racconto può essere narrato in diversi modi ma alla fin fine la verità di ciò che è raccontato la conosce solo il narratore che spesso può anche utilizzare il suo scritto come scudo.
Personalmente mi ritengo molto pragmatico, mi piace più ascoltare che parlare raccontando di me e per questo sono un punto di riferimento per molte persone.
Oggi mi chiedo: il racconto farà ancora parte delle nostre vite quando ritorneremo alla normalità di tutti giorni?
Anche se per noi tutti ormai la vita sarà cambiata per sempre, questi mesi di isolamento ci hanno fatto riflettere che forse non tutto è indispensabile così come non tutto è perduto.
Il COVID-19 farà sempre parte delle nostre vite, ha portato via tante persone e ci ha fatto sentire più soli in un mondo affollato…e tuttavia noi lo racconteremo!
Roberto Acampora 2Q  Classico Cambridge 2.0 – Liceo G.B. Vico Napoli