Violazione del copyright: una pratica sempre più diffusa

Il copyright nasce con la creazione di un’opera. E’ un termine che identifica il diritto d’autore nei paesi di Common Law dal quale, però, differisce sotto alcuni aspetti . Il termine viene usato anche per indicare la normativa sul diritto d’autore degli ordinamenti non di derivazione anglosassone . Viene solitamente indicato con il simbolo ©, e quando tale simbolo non è utilizzabile si riproduce con la lettera “c” posta tra parentesi.

Oggi giorno molta gente pratica il copyright abusivamente, sia sui social che in attività quotidiane , per tale motivo gli autori che vogliono tutelarsi fanno l’iscrizione alla SIAE ( Società Italiana degli Autori ed Editori) che è un ente pubblico economico preposto dalla protezione e all’esercizio dell’intermediazione del Diritto d’autore in Italia .

Svolge funzioni connesse con la protezione delle opere dell’ingegno e può assumere, per conto dello stato, di enti pubblici o privati servizio di accertamento e riscossione di tasse, contributi e altri diritti .

Pubblicare foto, video e articoli sui social network è semplice e divertente, e permette di replicare a tutti i propri contatti (e, a volte, non solo) dei contenuti non originali. Ma come è possibile rendersi conto se il proprio comportamento è lecito, o si sta violando il diritto d’autore? Ogni social network ha dei regolamenti diversi in relazione alla tutela del diritto d’autore, ma tutti sono piuttosto attenti nel fornire alla propria utenza delle specifiche linee guida su questo tema, avvertendo chi utilizza impropriamente dei contenuti altrui dei rischi che si corrono nel violare il diritto d’autore. Nella generalità dei casi, il social network non potrà che rimandare alla normativa vigente, rappresentata principalmente dalla l. 633/1941 sulla protezione del diritto d’autore, e successive modifiche.

Quando si decide di pubblicare un contenuto che non è di nostra creazione e/o proprietà, è fondamentale domandare espressa autorizzazione al suo titolare che può o non autorizzarne la pubblicazione.

Sarah Zanghì, III BL