La vita ai tempi del coronavirus

Sicuramente ognuno di noi avrà sentito parlare della situazione che si vive attualmente in Italia ed in altre nazioni del mondo. Questo non sarà un resoconto passo passo di come l’epidemia si sia diffusa in tutto il mondo, ma semplicemente un articolo in cui si cercherà di mettere in luce come la società e la routine italiane siano mutate drasticamente durante questo periodo.

Certamente, per poter parlare della situazione italiana è necessaria una breve introduzione. Per essere sintetici, il COVID-19 è il termine utilizzato per parlare del virus che attualmente sta imperversando in tutto il mondo. I primi casi furono registrati a Wuhan, in Cina, e da lì cominciò a diffondersi in modo veloce colpendo anche l’Italia, che attualmente è uno dei primi paesi al mondo per numero di infetti.

Per iniziare si potrebbe tranquillamente dire che questo fenomeno sia stato sottovalutato in Italia quando si cominciò a parlare della situazione cinese. In molti erano convinti che il virus non si sarebbe mosso dal luogo d’origine o che la portata del fenomeno non fosse grave. Questa situazione non ebbe una vita longeva, perché si interruppe con la registrazione del primo caso in Italia, il 30 gennaio 2020, tra l’altro lo stesso giorno in cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiarò il Coronavirus come emergenza sanitaria globale. Da quel giorno la situazione cominciò ad essere presa maggiormente in considerazione dagli italiani ma non ci si rese ancora conto di quello che era destinato a succedere. Con il passare dei giorni il virus si diffuse sempre più, inizialmente andando a colpire maggiormente specifiche regioni e successivamente diffondendosi sull’intera penisola italiana.

Questa esponenziale diffusione portò il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, che già aveva disposto il blocco di viaggi e la chiusura delle scuole, a dichiarare l’Italia interamente “zona rossa” (9 marzo 2020); questo non significò solo, per tutti gli italiani, la certezza che non si trattasse di una questione frivola, ma anche l’obbligo di rimanere in casa per evitare assembramenti di persone con il permesso a muoversi solo per motivazioni di vitale importanza.

Questa drastica disposizione restrittiva presa nei confronti di tutti i cittadini italiani di certo fu qualcosa di inaspettato, qualcosa che colse alla sprovvista le persone. Questo ovviamente portò ad una situazione di panico: i centri di vendita dei beni alimentari vennero presi d’assalto, tutti i prodotti per la disinfettazione degli ambienti e prodotti come Amuchina e mascherine chirurgiche vennero velocemente esauriti e le persone non vollero accettare l’attuale condizione cercando qualsiasi pretesto per uscire di casa.

Ovviamente la legge del mercato, che come sappiamo si basa sulla domanda e l’offerta, non ha tardato a mettersi in moto. La richiesta dei beni sopra citati è aumentata esponenzialmente, e questo ha provocato la speculazione che ha fatto aumentare i prezzi di tali beni oltremisura.

La società italiana ha subito un vero e proprio passaggio dalla “normalità” ad una situazione paradossale, quasi da film.

Gli italiani hanno cominciato a prendere in considerazione cose che prima davano per scontato, anche una semplice passeggiata oggi sembra essere fondamentale per la sopravvivenza. Azioni che prima si sarebbero volentieri delegate come, per esempio, portare fuori il cane, oggi assumono un altro valore.

Inoltre, sta riacquistando importanza la necessità di stare con gli altri, di passare del tempo insieme; forse anche questo è uno dei motivi che potrebbe spiegare l’organizzazione dei così detti “flash mob”. Questi eventi organizzati che invitano chiunque a partecipare pare che riescano a fornire agli italiani quello che attualmente gli manca, il sentirsi parte di un gruppo coeso. Per questo ogni giorno si assiste a questi eventi durante i quali, dalle proprie case, ognuno canta unendosi al coro popolare.

Oltre a questo, i cittadini, dopo molto tempo, si stanno confrontando con una situazione che pareva impossibile nella società moderna di qualche tempo fa: si ha troppo tempo libero. Forse anche questo, oltre al motivo precedente, spiega la numerosa partecipazione ai “flash mob” sopra citati. Le persone sentono la necessità di trovare qualcosa da fare, dei nuovi hobby. Ciò non sempre risulta facile e le persone cominciano a sentirsi come “in gabbia”.

Fondamentale è anche cercare di aprire una finestra sulle misure adottate per tutelare il diritto all’istruzione; infatti, ormai da un po’ di tempo, gli alunni possono assistere a videolezioni volte a portare avanti i programmi di istruzione dei vari istituti (progetto di didattica a distanza).

Per quanto riguarda il lavoro, soprattutto nell’ultimo periodo, per chi ne ha la possibilità si sta diffondendo lo “smart working”, o più semplicemente lavoro da casa tramite le vie telematiche. Ovviamente questo non è valido per tutti i lavoratori poiché i dipendenti che si occupano della vendita di beni di primaria importanza, come medicinali e alimenti, o il personale medico degli ospedali mantengono il piano di lavoro immutato per il bene dell’intera società.

Dopo aver dato una panoramica generale su quello che è diventata attualmente la routine degli italiani, si potrebbe parlare della situazione al di fuori delle abitazioni. Desolazione. Paura. Queste sono le principali sensazioni che si percepiscono nel girare per le città. Giustamente le autorità si stanno impegnando per far rispettare gli obblighi imposti. Posti di blocco. Accertamenti. Tutto ciò costringe i cittadini ad uscire solo per motivi validi e le strade si fanno sempre più vuote.

Per concludere, questa è la società italiana ai tempi del corona virus e non resta altro che aspettare che la situazione si stabilizzi per poi tornare alla normalità. Tutto ciò probabilmente ci porterà a vedere in futuro ciò che si ha in maniera differente.

Lorenzo Mangini