ABBRACCIAMOCI PIÙ’ FORTE

Se l’8 marzo avessimo saputo che nei 40 giorni seguenti non avremmo potuto lasciare la nostra casa o vedere i nostri cari, cosa avremmo fatto diversamente? Se ci fossimo resi conto prima che questo virus avrebbe potuto portare via le persone da noi amate, come le avremmo salutate?
Magari avremmo fatto durare quella tazzina di caffè dieci minuti in più, magari ci saremmo girati un’ultima volta dopo aver rivolto ai nostri amici uno scontatissimo “ci vediamo domani”. Magari avremmo detto ai nostri parenti quanto gli vogliamo bene, nonostante molto spesso abbiamo dato il loro amore per scontato; magari qualcuno non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime.
La maggior parte degli studenti, probabilmente, avrebbe sperato che quell’ultimo giorno con i compagni di classe durasse un pò più a lungo, invece di attendere con ansia l’ultima campanella come un qualsiasi altro giorno.
La quarantena ci sta insegnando ad apprezzare quelle piccole cose che abbiamo sempre dato per scontato, quella routine opprimente che fino a due mesi fa ci sembrava così monotona e noiosa; perché, come spesso accade, si comprende l’importanza di quello che si ha solo dopo che lo si è perso. In questo caso, però, abbiamo la fortuna di avere l’opportunità di rimediare agli errori passati: i legami ed i rapporti sociali torneranno prima o poi a far parte della nostra realtà e, questa volta ,dovremo imparare a riconoscerne il valore.
Questo è il nostro compito, lo dobbiamo a tutte quelle persone che, a causa di questo virus, non hanno potuto stringere i loro cari un’ultima volta, lo dobbiamo a tutte quelle persone che stanno rischiando ogni giorno la vita per farci ricominciare a vivere.
Quando questa epidemia sarà finita, impareremo ad abbracciarci con più forza, a far durare ogni secondo più a lungo, perché adesso siamo consapevoli che non si può mai predire quale abbraccio sarà l’ultimo e che le cose succedono quando meno ce lo aspettiamo, proprio come questo virus.
Proveremo a non dimenticarci di questi giorni così bui durante i quali sentivamo la mancanza persino della sveglia del lunedì mattina e ce ne ricorderemo prima di tornare a lamentarci. Ricominceremo ad amare la vita e le persone e lo faremo con più forza di quanto abbiamo mai fatto prima d’ora.
Abbiamo assunto la consapevolezza che nulla in questa vita sia eterno ma, per quanto possa sembrare paradossale, adesso sappiamo anche che alla morte si può reagire solo con la vita.

a cura di Federica Aiello 3C classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli