#ilCorbinorestacasa: riflessioni di Erica Privitera

4 marzo 2020

Come ogni giorno incontro le mie amiche al bar per aspettare che suoni la campanella. Lo facciamo da 5 anni ed è il nostro rito pre-scuola. Siamo tutte distrutte per la settimana che abbiamo affrontato e ancora ci manca qualche giorno per il fine settimana. Saliamo quelle scale che sembrano infinite e che odiamo ogni minuto di più. Assistiamo alle lezioni, litighiamo, come quasi ogni giorno, per le cose più stupide. A ricreazione parliamo dei  100 giorni, che sono sempre più vicini e non vediamo l’ora di stare tantissime ore tutti insieme. Torniamo a casa. Il tg parla di chiusura delle scuole, ma, si sa, è la solita fake news…non succederà mai! Invece è proprio vero: parla la ministra, dice che è essenziale fare così per poter salvare la nostra vita. Mi scendono le lacrime e non so neanche io il perché. Sono solo pochi giorni di scuola…

8 aprile 2020

È passato più di un mese dalla chiusura della scuole. È quasi un mese che non vedo i miei compagni. I giorni sembrano tutti uguali e la paura diventa sempre maggiore. Chiusi a casa si inizia a pensare al passato, ma anche al futuro. Mi sento quasi ogni giorno con loro, soprattutto con quelli con cui il rapporto è più stretto, ma ciò non aiuta. Per 5 anni siamo stati una famiglia, ci siamo sostenuti a vicenda  e siamo stati abituati che,  nonostante la tantissime discussioni, il mattino seguente eravamo di nuovo lì tutti insieme a cercare di riparare. Quando si pensa all’ultimo anno lo si immagina diverso: pieno di feste, pomeriggi insieme e tantissime altre cose. Si immagina l’ultima gita e i viaggi in giro per l’Italia per poter scegliere la facoltà giusta. Non si pensa al Coronavirus…o almeno non si pensava. È cambiato tutto, senza darci il tempo di dire: “questa è l’ultima volta che stiamo insieme su questi banchi”. Se lo avessimo saputo prima, avremmo anticipato di tantissimo i 100 giorni, ma anche la cena di fine anno. Mi mancherà un pezzo importante, forse uno dei più bei ricordi, che le persone tengono per la vita. Le cose che prima davamo per scontate o noiose, oggi assumono un altro significato; e non scherzo dicendo che mi mancano anche le tanto odiate  scale. Ad oggi, alla luce di quello che sta succedendo, se qualcuno mi chiedesse con che spirito vivere i 5 anni di superiore direi: “con lo stesso spirito che avresti se all’improvviso sapessi che quello è l’ultimo giorno che condividi con i tuoi amici”. Dire che spero che tutto questo passi presto è riduttivo; però ci credo che alla fine, anche se ognuno di noi ha perso qualcosa, “TUTTO ANDRA’ BENE”!

Erica Privitera V CS