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L’economia ai tempi del Covid-19: L’altro volto del virus

L’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 ha reso necessaria la sospensione di numerose attività commerciali ed imprenditoriali, ma ha avuto l’effetto di creare anche nuovi disoccupati. Crescono in modo esponenziale le richieste di aiuto per portare il cibo sulla tavola. Il Governo ha messo in campo una serie di misure volte a fronteggiare le situazioni di crisi di tanti italiani. Lo ha fatto con il decreto “Cura Italia” che ha introdotto un’indennità di 600 euro a beneficio di talune categorie di lavoratori dipendenti e partite IVA. Nonostante una risposta politica rapida e completa sia a livello Ue che nazionale, quest’anno l’economia europea subirà una recessione di dimensioni storiche. Diversi nuclei familiari sono stati messi in ginocchio per via della chiusura di molte attività commerciali ed imprenditoriali e per lo stop ai lavori dai quali, buona fetta della popolazione, in assenza di un impiego stabile, riusciva a riscuotere singole entrate quotidiane. Rimanere in casa ha determinato un cambio di abitudini per coloro i quali hanno la possibilità di adottare la formula dello smart working, per chi invece non può usufruire di questa modalità per evidenti ragioni legate al tipo di lavoro, i danni economici stanno dando luogo a problemi di non poco conto. A risentirne maggiormente sono i “nuovi” disoccupati e quelle persone che, già prima che accadesse tutto questo, versavano in precarie condizioni economiche A lanciare un appello che evidenzia una situazione preoccupante è l’associazione “Volontari di Strada”, i volontari stanno ricevendo in questo periodo centinaia di telefonate da parte di persone che fino ad ora non avevano mai chiesto aiuto. Si tratta proprio di quei soggetti che a seguito di questa situazione non riescono più a portare in casa nemmeno quei pochi euro necessari per mettere un piatto di pasta sulla tavola.  Francia e Germania si sono mosse con grande energia su questo capitolo, mettendo in campo garanzie statali in grado di sostenere prestiti alle imprese equivalenti al 12,4 per cento del Pil (Francia) e 24 per cento (Germania). In Italia, la situazione è ancora confusa: il ministro Gualtieri, ha accennato, in Parlamento, di fondi adeguati a garantire crediti alle imprese fino a 500 miliardi, ma cifre esatte e meccanismi di applicazione sono ancora da chiarire, nonostante l’urgenza di intervenire al più presto. 

Syria Patti, III BL