Ritorno al passato: Il vinile

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La musica è quell’espressione umana, se vogliamo, effimera. Si manifesta in uno spazio di tempo e poi svanisce, non lasciando traccia se non nel ricordo di chi la ascolta. È forse proprio questa sua caratteristica assume un fascino peculiare per tutti. Anche per me, sin da piccola, la musica è sempre stata un chiodo fisso, una calamita. Mi ricordo ancora di come per ore e ore, senza annoiarmi mai, passavo le giornate osservando le copertine dei vinili dei miei genitori, così stranamente grandi, che per mantenerli con le mie piccole manine era una faticaccia. 
Si parla da tempo del “ritorno del vinile”, tuttavia, se i dati ridimensionano alquanto questa affermazione, è anche da considerare che l’unico strumento alternativo allo streaming che continua a crescere sono gli LP. Infatti anche la vendita dei CD -che fino a qualche anno fa abbondavano negli scaffali di adulti e giovani, si sono più che dimezzate, scomparendo man mano di più dalle case delle persone.
Durante questa quarantena è arrivato anche il mio turno di fare questa esperienza che da piccola mi sembrava così mistica e irraggiungibile. Solo qualche giorno fa il mio sogno di poter ascoltare uno di quei vinili si è avverato, finalmente anche in casa mia è tornato il giradischi. Il primo disco che meticolosamente ho scelto di far girare è stato quello dei Led Zeppelin, “Led Zeppelin II”, e in quel momento capì perché i miei genitori dicevano sempre che il suono fosse diverso… speciale. Posando la puntina sui solchi, il vinile ti obbliga ad un diverso tipo di approccio alla musica, non si possono di certo saltare i pezzi come si fa puntualmente con gli mp3 o con lo streaming; nel silenzio più totale si può sentire anche la puntina sul vinile che rende il tutto più magico. Un vinile valorizza le singole tracce perché puoi letteralmente vederle, sono scolpite sui solchi, e ne puoi persino intuire la durata. Puoi vedere la musica prima di ascoltarla.
È completamente diverso ascoltare un album sul giradischi piuttosto che su un telefono. I dischi sono sacri, si conservano come oggetti inestinabili, non si vendono, non si scambiano. Non c’è persona a cui non vengono i brividi ascoltando il proprio album preferito su un giradischi, e niente può battere la sensazione di mettere fisicamente un disco sul piatto, di ascoltare il fruscio e di farlo partire.
L’ascolto di un vinile è una compiacenza che scorre lento e piacevolmente come la pagine di un bel libro. Altro che musica in streaming…

a cura di Michela Muni 3C Classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli