Quando manca il rispetto reciproco

L’elemento primario che dovrebbe caratterizzare un rapporto è il rispetto reciproco. Molti pensano che in un rapporto la base di tutto sia l’amore, ma che amore può esistere se non c’è il rispetto?  In una relazione, spesso, avvengono episodi di violenza di diversa tipologia: violenza fisica, che consiste nel provocare lesioni fisiche di vario genere al proprio partner, che può addirittura sfociare nell’atto più barbaro, l’omicidio; violenza psicologica, che consiste nel sottoporre il proprio partner a vari danni psicologici, come il denigrarlo verbalmente durante la quotidianità, provocando nello stesso un sentimento di inferiorità e sottomissione. Talvolta, alla violenza psicologica non viene conferito il giusto peso, perchè, a differenza di quella fisica, non vi sono tracce tangibili di essa. Quando una persona viene etichettata, quotidianamente, con parole dispregiative, tende a cadere nella trappola di identificarsi con parole che vengono pronunciate sul suo conto. La vittima inizia ad allontanarsi dai propri cari, spesso avviene l’isolamento totale che determina uno stato di solitudine e una sensazione di inutilità verso se stessi e verso la società, che può spingere la vittima a togliersi la vita. Frequentemente, in queste relazioni tossiche, la vittima per paura, sceglie di non parlarne con nessuno o viene annebbiata  dal partner con false promesse che non accadrà più. Solitamente, in una relazione, l’uguaglianza tra i partner è rispettata e considerata una qualità che rientra nella normalità, anche se, in molti casi, la figura che domina è quella dell’uomo. Questa forma di “potere” che viene attribuita all’uomo viene usata per sminuire la figura della donna, che, con il tempo, si trasforma in una vera e propria vittima di quella forma di abuso tristemente conosciuta come violenza domestica. Per  violenza domestica  si intende  “il comportamento abusante di uno o entrambi i compagni in una relazione intima di coppia, quali matrimonio e la coabitazione” . Se una relazione dovrebbe basarsi sul rispetto, sulla comprensione e l’accoglienza delle caratteristiche del partner, vi è una linea molto sottile oltre la quale si passa  dalla disponibilità di accogliere le caratteristiche altrui al sottomettersi interamente ad esse. La violenza domestica spesso si ripercuote anche sui figli: in un ambiente impregnato di violenza, timore e oppressione, la prole potrebbe crescere con la convinzione che l’essere sottomesso sia una caratteristica che rientra nella normalità e, di conseguenza, con il pensiero che si possa maltrattare e opprimere il prossimo, dando seguito ad una spirale di violenza che si prolungherebbe alle generazioni successive.

Aurora Enrica Venticinque, III BL