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La scuola si confronta con il Coronavirus: esami, voti, valutazioni al tempo della Dad

di Angela Bianchi, 2B

Dall’inizio di gennaio la Cina e in seguito tutto il mondo ha dovuto fare i conti con il Coronavirus, una malattia causata dal virus COVID-19 e trasmissibile tramite goccioline di saliva diffuse da tosse, starnuti o superfici infette.

Inizialmente in Italia non si pensava potesse avere una tale diffusione (224.000 casi confermati) e quindi le prime misure di sicurezza sono state la chiusura delle scuole,  il consiglio di portare mascherine e di non recarsi in luoghi affollati. Dopo alcune settimane la situazione è diventata sempre più grave, tanto da mettere tutta l’Italia in quarantena: divieto di uscire se non con autocertificazione e chiusura della maggior parte delle attività.


Ogni cittadino ha dovuto abituarsi a questo stile di vita cambiando tutte le sue abitudini: non si poteva uscire, andare in palestra, al cinema e soprattutto non si poteva andare a scuola. Inizialmente le scuole dovevano rimanere chiuse per massimo due settimane ma il 9 marzo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte  durante la conferenza stampa, ha annunciato che le scuole sarebbero rimaste chiuse fino al 3 aprile.
Fin da subito allievi e insegnanti hanno dovuto abituarsi ad  un nuovo metodo di insegnamento e apprendimento: quello della didattica a distanza che è entrata a far parte della quotidianità di studenti e docenti.

All’inizio, come riportato ad esempio da un articolo di Repubblica del 13 marzo, solo un bambino su 5 veniva coinvolto ma adesso 9 bambini su 10 continuano ad imparare grazie allo smart learning.
Ma con il prolungarsi della quarantena e la chiusura dell’anno scolastico nelle aule gli alunni si pongono molte domande: I VOTI PRESI DURANTE LA DIDATTICA A DISTANZA FANNO MEDIA? COME SARANNO STRUTTURATI L’ESAME DI TERZA MEDIA E LA MATURITA’ ? CI SARA’ IL SEI POLITICO?
I voti presi durante la didattica a distanza valgono: dare i voti per gli insegnanti è un dovere e per gli studenti un diritto anche se il ministero avverte di fare attenzione sull’eccessivo carico di compiti.
Riguardo alla maturità e agli esami di terza media il clima è sempre stato di profonda incertezza. Finalmente però il 16 maggio la ministra Azzolina ha presentato le ordinanze sugli esami di stato: si terranno in presenza, compatibilmente con il monitoraggio epidemiologico delle singole aree territoriali.

La novità per quanto riguarda gli esami di terza media è che gli alunni avranno tempo fino al 30 maggio per presentare l’elaborato che costituisce l’esame. La maturità inizierà il 17 giugno, non ci saranno le prove scritte, ma solo un colloquio orale della durata massima di un’ora, che prevede diverse fasi: la prima è la discussione di un elaborato sulle discipline di indirizzo concordate tra studenti e docenti; poi un testo di italiano studiato nell’ ultimo anno e poi l’analisi di materiali preparati dalla commissione e assegnati agli studenti. I commissari saranno tutti interni.

Gli studenti spiegheranno ciò che hanno imparato in quella che era l’alternanza scuola-lavoro e poi i temi di cittadinanza e Costituzione. La prova orale varrà 40 punti, che si aggiungono ai 60 di crediti.
Gli alunni però sono preoccupati, come spiega l’alunno Lorenzo Meazzi dell’istituto Vittorino Bernini di Genova:” E’ difficile seguire sempre le lezioni online perché, oltre ai problemi di connessione che ti impediscono di partecipare a tutta la lezione, mantenere l’attenzione è complicato.”

Per quanto riguarda il non poter salutare i compagni e non poter concludere questo capitolo della vita senza un degno finale, secondo Lorenzo, “E’ un peccato,  ma in questa situazione è importante preservare la propria salute: con i compagni ci saluteremo una volta cessato il pericolo”.
In questo clima di incertezze però una sicurezza c’è: non ci sarà il sei politico. La ministra Azzolina nel corso di una audizione in Commissione Cultura della Camera afferma: “Gli alunni potranno essere ammessi alla classe successiva anche in presenza di voti inferiori a 6 decimi, in una o più discipline. Ma non sarà 6 politico”. “Le insufficienze compariranno, infatti, nel documento di valutazione e per chi è ammesso alla classe successiva con votazioni inferiori a 6 decimi o, comunque, con livelli di apprendimento non consolidati, sarà predisposto dai docenti un piano individualizzato per recuperare, nella prima parte di settembre, quanto non è stato appreso. Il piano sarà allegato al documento di valutazione finale. Resta ferma la possibilità di non ammettere all’anno successivo studentesse e studenti con un quadro carente fin dal primo periodo scolastico”.