I ragazzi del Cinema America

La storia ha origine nell’autunno del 2012, quando un gruppo di ragazzi decide di occupare il Cinema America, edificio situato nel cuore dello storico rione romano di Trastevere, realizzato nel 1956 e chiuso definitivamente nel 2000, destinato alla demolizione per la realizzazione di nuove abitazioni e parcheggi.

La costruzione presenta delle caratteristiche innovative della corrente architettonica degli anni cinquanta: la sala possiede addirittura una cupola apribile per l’arieggiamento dell’edificio.

I ragazzi si oppongono alla distruzione dell’immobile e, sostenuti dagli abitanti del quartiere, i quali precedentemente si erano espressi contrari alla realizzazione di una sala bingo al posto del cinema, danno vita ad un incredibile progetto: effettuare lavori di ristrutturazione dello stabile al fine di vivacizzare la zona tramite proiezioni cinematografiche.

Cosí “i ragazzi del Cinema America” riescono a sviluppare la vita culturale dell’intera città di Roma e a riportare in vita la passione per il cinema, non solo per mezzo della visione di numerosissime pellicole cinematografiche, ma anche grazie alla partecipazione di registi, attori e all’organizzazione di dibattiti.

Dopo due anni di occupazione in cui i ragazzi portano avanti il loro progetto all’avanguardia, nell’autunno del 2014 arrivano le brutte notizie: i proprietari del cinema chiedono che esso gli venga restituito; così, nonostante l’intervento del ministero per i beni culturali che apprezza e riconosce il valore e l’importanza sociale del loro lavoro, le istituzioni decidono di firmare lo sgombero dell’edificio.

Agli occupanti viene data la possibilità di utilizzare quello che una volta era un forno, situato nei pressi del cinema, per portare avanti il loro lavoro: nasce cosí il “Piccolo America”; ma lo spazio si rivela troppo ristretto per ospitare le proiezioni e i ragazzi, che non abbandonano la loro passione, istituiscono “Schermi pirata”, in cui i muri dei palazzi vengono utilizzati come veri e propri schermi su cui vengono proiettate le pellicole.

La loro innovazione viene apprezzata a tal punto da ricevere l’approvazione per l’allestimento di una vera e propria sala cinematografica nella piazza di San Cosimato.

Così, il Cinema America, che ogni estate anima Trastevere, è diventato una delle manifestazioni culturali più importanti della città di Roma e, le magliette bordeaux indossate dai ragazzi, un simbolo di rinnovamento sociale contro il degrado e la speculazione edilizia.

Ma, nonostante sia impossibile non comprendere la rilevanza e l’influenza di questa iniziativa, in grado di esaurire completamente lo spazio a disposizione nella piazza di San Cosimato per assistere alle proiezioni, qualcuno non riesce proprio ad apprezzarla: succede nella notte del 16 giugno 2019, quando due ragazzi del Cinema America vengono aggrediti.

La motivazione?

L’ideologia politica messa in mostra dalla maglietta che indossano, considerata l’icona dell’Antifascismo, pensiero sicuramente non condiviso dagli assalitori che, come afferma il giudice per le indagini preliminari, “risultano stabilmente radicati in contesti della destra radicale connotati dall’estrinsecazione di tale ideologia in condotte violente.”

Non è l’unico episodio in cui si verifica un attacco contro i membri del cinema America: pochi giorni dopo una ragazza, ex fidanzata del presidente dell’associazione “Piccolo America” viene minacciata e spintonata.

Nonostante ciò, i ragazzi del Cinema America non si intimoriscono, e continuano ad accendere l’amore per il cinema e a rendere affollata la piazza di San Cosimato per tutta l’estate del 2019.

Sarà difficile organizzare questo progetto nel 2020, data la situazione di emergenza coronavirus in cui si trova il paese, ma sicuramente i ragazzi dell’associazione non si perderanno d’animo e, se quest’estate sarà impossibile allestire il cinema in piazza, saranno in grado di affascinare il pubblico successivamente.


Emilio, residente di Trastevere, ci racconta meglio la storia di questo progetto dal suo punto di vista.

“Da quanto vivi qui a Trastevere?”

“Da sempre, ho passato qui tutta la mia vita.”

“Quindi hai anche assistito a numerosi eventi che hanno caratterizzato la vita nel quartiere… come la nascita del Cinema America.”

“Si, conosco il progetto, ma soprattutto conosco i ragazzi; hanno cambiato la faccia di questo quartiere.”

“In che modo?”

“Hanno fornito un’alternativa non solo a chi vive qui, ma anche in tutta la città.”

“Come hai reagito quando negli anni 2000 decisero di realizzare nell’edificio una sala bingo?”

“Ero contrario.

Quando i ragazzi hanno deciso di occupare lo stabile, io, insieme ad altri abitanti del quartiere, ci siamo schierati con loro.”

“E ti sei schierato con loro anche dopo l’aggressione dell’estate scorso?”

“Si, i ragazzi hanno fatto tanto per il quartiere, e non è giusto che gli venga riservato questo trattamento.

Sperando che eventi simili non si verifichino più, io e i residenti del quartiere gli auguriamo buona fortuna.”

Giada Franco