La scuola al tempo della pandemia

In questi giorni di emergenza dovuta al Covid-19, costretti al distanziamento sociale nasce un nuovo modo di “fare scuola”: la didattica a distanza, attraverso piattaforme online che consentono di svolgere delle video-lezioni che si rivelano essere fondamentali per mantenere un contatto tra i docenti e gli studenti, anche se digitale. Il concetto di classe virtuale si sviluppa a causa di una concreta esigenza: quella di mantenere viva la comunità di classe e il senso di appartenenza per combattere l’isolamento e la demoralizzazione. Nessuno era preparato ad affrontare questa situazione e sono molti i professori che hanno dovuto imparare ad usare le piattaforme, per far in modo che noi ragazzi non fossimo abbandonati, ma soprattutto per garantire il nostro diritto allo studio che è importante preservare nonostante le difficoltà che ci sono. La didattica a distanza si basa molto sul senso di responsabilità degli studenti, ma vanno considerati anche i molti problemi che si possono riscontrare: la connessione lenta, la mancanza di dispositivi attraverso i quali seguire le lezioni e quindi l’accesso a computer o tablet. Esistono però anche minoranze che ne risentono di questa situazione e corrono il rischio di essere escluse dalla didattica: ragazzi con bisogni educativi speciali o disturbi dell’apprendimento. Serve molta volontà e concentrazione per seguire le lezioni online, soprattutto per i ragazzi adolescenti, che trovano molte distrazioni a casa. Nella nostra scuola è stato imposto un limite massimo di lezioni giornaliere e di durata così da favorire l’apprendimento efficace dei ragazzi. Il vantaggio delle lezioni online è che si riesce a trovare più tempo per le proprie passioni per chi sa sfruttare il tempo, è un’ottima occasione per migliorare sé stessi e coltivare nuovi hobby.

Simona Di Biasi