Natura: benevola o cattiva?

“Questo porta all’idea che il mondo non è solo per gli uomini, ma per ogni forma di vita, e agli uomini è concesso di vivere in una parte del mondo. Non è che possiamo convivere con la natura fintanto che viviamo in modo rispettoso, e che la distruggiamo perché diventiamo avidi. Quando ci accorgiamo che anche vivere in modo rispettoso distrugge la natura, non sappiamo che fare. E credo che se non ci mettiamo nella posizione di non sapere cosa fare e partire da lì, non possiamo risolvere i problemi ambientali o i problemi che coinvolgono la natura” questa è un’affermazione rilasciata dal regista e fumettista giapponese Hayao Miyazaki.
Questa affermazione fa riflettere sulla situazione che stiamo vivendo noi adesso con questo covid 19, dato che grazie alla chiusura di industrie e fabbriche, e la clausura forzata delle persone l’inquinamento atmosferico è diminuito di molto e stiamo tornando a vedere del verde nelle strade.
Il fumettista dice di aver sviluppato questa coscienza ambientale grazie al periodo in cui è cresciuto, infatti lui ha vissuto a pieno quello che in oriente chiamano periodo Shōwa ossia un periodo compreso tra il 25 dicembre 1926 ed il 7 gennaio 1989, periodo contrassegnato da una devastazione ambientale a favore dello sviluppo tecnologico.
Le atrocità ,che hanno vissuto il regista, ma in generale tutto il popolo giapponese, dei due attacchi nucleari hanno dato vita ai mondi utopici descritti nelle sue opere, dove descrive la natura con amore e rispetto.
La natura non viene descritta passivamente, tutt’altro lui la impersonifica in varie creature provenienti dalla mitologia scintoista. Da paesaggi post atomici in cui il verde è l’unica cosa preziosa, difesa dalle persone da una fazione ultra tecnologica a un’isola antica e incontaminata circondata da paesaggi edenici e mura trasandate e ricoperte da muchi.“Sento che la relazione tra i giapponesi e la natura è cambiata enormemente nel corso dei secoli. . Pur tenendo nella dovuta soggezione la natura, la gente Muromachi era comunque sfavore dell’abbattimento degli alberi.
La produzione del ferro s’impennó e la gente fu indotta a credere di poter controllare la natura. Personalmente, sono arrivato al punto in cui non posso più fare un film senza indirizzarlo al problema dell’umanità come parte di un ecosistema.”
Da questa affermazione nasce la “Principessa Mononoke”, in questo lungometraggio c’è la presenza di un grande spirito naturale che compie azioni devastanti/guaritrici, a seconda del punto di vista dello spettatore, a favore della natura. In questo film lui metaforizza la natura in questa creatura e vuole far capire che la natura non è né buona né cattiva è una forza inarrestabile che può distruggerci o salvarci, solo in quel momento saremo capaci di assumerci le nostre responsabilità.
Nel film “La Città Incantata” ha voluto impersonificare la natura nello “spirito del cattivo odore” uno spirito che in realtà in passato era lo spirito del fiume ma a causa dell’inquinamento si era trasformato in una creatura immonda e puzzolente come si può ben intuire dal nome.
Sempre nella stessa opera c’è un altro spirito del fiume che ha perso coscienza del suo vero io a causa del fatto che il corso del suo fiume è stato distrutto per un poggetto edilizio.

a cura di Lorenzo Vacalebre 3C Classico Cambridge 2.0 – liceo G.B. Vico Napoli