Scuola vacante, ma non in vacanza

di Penco Ilaria IIB
Questa pandemia ha chiesto un grosso sacrificio soprattutto ai più piccoli e ai giovani, non in termini di vita (cioè non sono stati i più colpiti se parliamo di malattia e di perdite umane) ma in termini di rinunce per il bene comune. A chiudere per prima in questo momento di emergenza, in ogni paese colpito, è stata la scuola!Aula vuota al Liceo D'Oria  Una chiusura che, oltre a limitare l’indubbia necessità dei giovani di socializzare e di avere relazioni, ha tolto loro immediatamente la possibilità di apprendere.

Di punto in bianco sono stati cancellati tutti i loro bisogni costituiti da ritualità, routine, socialità, legami coi propri coetanei, relazioni con adulti abili a stimolare la loro curiosità e ricerca, quali i docenti.

Fortunatamente, anche se in maniera rocambolesca e talvolta arrangiata alla meno peggio, la scuola e molti insegnanti si sono messi in gioco, iniziando le lezioni online e spesso dovendo, a loro volta, imparare come fare quella che sarebbe stata denominata in seguito, dal MIUR, la didattica a distanza (DaD). Con le continue incertezze e i frequenti cambiamenti dei decreti legislativi, che seguivano l’andamento dell’epidemia Covid-19 in Italia, c’è stata indubbia fatica su tutti i fronti di questa nuova modalità di scuola, alla quale nessuno era abituato e preparato. 

Sicuramente ci sono state mancanze o imperfezioni e, ancora ad oggi, gli insegnanti e, di riflesso, i loro studenti vivono nell’incertezza del futuro, un futuro su come questa scuola potrà ricominciare a settembre.

Piano Nazionale scuola digitale logoIl dibattito sulla DaD, sui suoi impegni odierni e futuri è ancora aperto. L’unica certezza è che la scuola futura ha bisogno di cambiamento.  “Il futuro della scuola è complicato, a qualcosa si è già pensato e ad altro si dovrà pensare, riferisce il dott. Giovanni Dodero, docente di fisica e collaboratore del MIUR per l’innovazione. Ma di lavoro da fare ce n’è molto, se guardiamo anche solo agli obiettivi che erano già stati posti nel 2015 sul Piano Nazionale per la Scuola Digitale, certamente questa situazione di emergenza ha dato una accelerata su alcune cose, ma molte criticità sono ancora da risolvere.”

crisi_ideogramma cinese
ideogramma cinese “crisi”

Ma è proprio dalle crisi che nascono le migliori opportunità di crescita: “La parola crisi, scritta in cinese – diceva John Fitzgerald Kennedy – è composta da due caratteri. Uno rappresenta il pericolo, l’altro rappresenta l’opportunità”. Ma ricordiamoci che “ricominciare da capo non significa tornare indietro” (lo hanno scritto pure i carcerati su una maglietta!), quello che abbiamo imparato in questi mesi ci servirà per il futuro.

In questa particolare situazione di pandemia, proprio dai più giovani, da quelli cioè che hanno ancora una vita per capire come stare nel mondo, quelli che vorrebbero imparare, è arrivata una grande lezione d’amore.

Si sono sacrificati e sono rimasti a casa, senza uscire per più di due mesi. Hanno donato la loro “vita” per salvare quella degli altri. Hanno spiegato a tutti , con il loro esempio, che la libertà e la vita di ognuno è comunque legata a quella di chi gli  è vicino.

Nessuno si salva da solo e l’uomo realizza se stesso soltanto in relazione con gli altri.