Il lavoro al tempo del #Covid-19. Decreti e rischi.

Di Giulia Zambrano (2b)

All’inizio di quest’anno ci siamo imbattuti in una situazione molto critica e dura da affrontare. Abbiamo dovuto mettere da parte le nostre abitudini per poter salvare l’intera umanità da un virus pericoloso e restare a casa. Molte persone però, per garantire a tutti di poter vivere bene durante la pandemia, hanno dovuto ugualmente recarsi a lavorare, con le necessarie precauzioni.

I lavoratori ritornando nelle proprie abitazioni temono naturalmente di attaccare questo terribile virus alla propria famiglia: i rischi per chi lavora sono più alti.
Il governo ha emanato un decreto, con le precauzioni da rispettare obbligatoriamente sul lavoro. Queste precauzioni consistono nell’utilizzo della mascherina e dei guanti, di barriere protettive, di disinfettanti e sanificazione obbligatoria dei locali; alcuni lavoratori sono dotati anche di termometro a infrarossi per misurare la temperatura.
In tutta Italia ora hanno riaperto i locali e i negozi, ma non sarà più come una volta: nei bar si entra uno alla volta, dotati della propria mascherina e si consuma il proprio ordine fuori; nei super mercati, una guardia consente l’ingresso a seconda di quante persone sono dentro ed è obbligatorio l’uso di guanti di plastica, per cercare di non infettare niente. Alcuni negozi fanno lavare le mani dei clienti con il gel per le mani e misurano la febbre alla propria clientela.

I lavoratori più a rischio sono quelli che trasportano le merci e le consegnano, oltre naturalmente a tutti gli operatori della sanità, che stanno a stretto contatto con gli infettati.
I medici in ospedale, oltre alle normali restrizioni, sono obbligati ad usare apposite tute, guanti e mascherine, realizzate in modo da evitare ogni rischio di nuovi contagi all’interno dell’ospedale.
Invece i corrieri sono obbligati a non portare più la merce fuori da casa, ma a consegnarla ad oltre un metro di distanza dall’acquirente.
Una missione molto importante è quella dei ricercatori, che fin dall’inizio della pandemia, senza smettere mai, stanno continuando a cercare un vaccino anti corona virus. Alcune ricerche sembrano indicare che gli scienziati siano vicini a realizzare il vaccino, e che la cura si potrà avere in tempi record, ma alcuni dicono che bisognerà convivere ancora per molto tempo con il virus.
Tra i lavoratori che non possono andare al lavoro e devono lavorare a casa, vi sono gli insegnanti, impegnati in video lezioni, per non far perdere un anno scolastico ai propri alunni e per permettere alle classi quinte di eseguire l’esame di maturità.
Le scuole devono infatti rimanere chiuse per proteggere l’intero paese e per evitare che si creino altri focolai pericolosi dal contatto con studenti appartenenti a nuclei famigliari diversi.
Il Presidente Mattarella ha firmato da poco un decreto sulle riaperture, operativo dal 18 maggio. Quest’ultimo decreto regola gli spostamenti e le riaperture dei locali e dei negozi ancora chiusi.

A partire da lunedì 18 maggio, non vi sono limitazioni per gli spostamenti all’interno del territorio regionale, tranne che nei territori dove c’è un rischio ancora elevato, dove il governo impone ancora “misure di contenimento più restrittive”. Rimane comunque il divieto assoluto di lasciare casa per chi ha l’obbligo di quarantena.