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Cari ragazzi…io giornalista racconto agli studenti del 2040 la storica pandemia del 2020

 

Io ,giornalista nel 2040, invitato ancora una volta in una classe della mia ex scuola da un’ amica insegnante, raccontao ai giovani studenti del 2020, l’anno del Coronavirus.

Cari ragazzi, ringrazio la vostra prof che mi ha invitato di nuovo, ma oggi non sono qui per raccontarvi una storiella piacevole.
Siete di terza, quindi non avrò problemi ad esprimermi e potrò essere del tutto sincero.
Probabilmente, la maggior parte di voi ha già sentito nominare “la storica pandemia degli anni venti”, meglio nota come Coronavirus, ma scommetto che nessuno sa precisamente come andarono le cose.
Marco, alzò subito la mano.Gli diedi la parola e lui iniziò a parlare come se tirasse fuori le parole da un’enciclopedia.
“Il Coronavirus, o COVID-19, fu una pandemia globale diffusasi nel Mondo e anche in Italia da Dicembre( e non fine Febbraio come si pensava inizialmente), all’autunno avanzato di quello stesso anno
Furono infettate nel mondo quasi sei milioni di personee la pandemia fece 400 mila vittime nel mondo e 33 mila in Italia, la metà delle quali nella regione della Lombardia…” E giù a manetta.
Come sempre accade quando c’è un’interruzione, gli altri ragazzi persero l’attenzione e cominciarono a chiacchierare fra loro.
Fui costretto, assieme alla prof, a interrompere Marco, che stava elencando i sintomi del virus.
“Molto bene Marco, tutte queste cose sono vere: la pandemia, i morti… ma oggi non voglio soffermarmi su queste cose. Intendo invece parlarvi del popolo italiano e del suo comportamento. All’inizio non ci comportammo bene e una causa fu la minimizzazione da parte del governo dei rischi. Inoltre c’erano scetticismo, razzismo contro la Cina, che era Il Paese dal quale era partito il virus, brutti comportamenti e accuse. Ma dopo, quando capimmo che la cosa era seria, cambiò tutto. La situazione divenne talmente grave che il governo decise che tutti avremmo dovuto stare chiusi in casa per un mese, diventati poi due e mezzo in modo da non contagiarci ulteriormente, anche perché a un certo punto i posti in terapia intensiva furono saturi. Noi ragazzi, che avevamo la vostra stessa età, avevamo paura, ma non mollammo e rispettammo le regole, come la maggior parte degli adulti, che ove possibile lavoravano in casa. Sì perché nel periodo della quarantena erano chiusi scuole, fabbriche, bar, ristoranti, negozi d’abbigliamento ecc. La parola d’ordine era restiamo a casa.
“Cosa faceste?” Chiese Giulia, curiosa.
Ormai avevo attirato l’attenzione di tutta la classe, e gli occhi dei ragazzi erano puntati su di me.
“Fummo solidali. Solidarietà era la parola d’ordine in quei giorni: molti degli youtuber di allora facevano piccoli show o giochi in diretta per intrattenerci, e i siti di film e serie tv davano abbonamenti gratuiti per non fare annoiare gli italiani, chiusi in casa. Ricordo che quasi ogni giorno si faceva qualcosa alla finestra: tutti si affacciavano e si cantava l’inno d’Italia, si accendevano le torce per illuminare l’italia o si facevano lunghi applausi per l’impegno dei medici, che, assieme agli infermieri, erano i nostri eroi: lavoravano giorno e notte per curare i malati.”
“Ma se c’erano così tanti malati, c’era abbastanza posto negli ospedali?” Domandò Luca.
“Luca, forse non sei stato attento, a un certo punto mancarono molti posti letto, soprattutto in terapia intensiva e in particolare in Lombardia.” “E come fu risolta la cosa?” Mi incalzò Marianna. “Furono trovate varie soluzioni, ad esempio a Genova una nave da crociera fu trasformata in Ospedale, in Lombardia invece grazie a 1.200 donazioni, per una raccolta da quasi 21 milioni di euro, fu realizzato a Milano il Covid Ospedale Fiera. Sì, perché molti personaggi famosi di allora, come Fedez, fecero donazioni agli ospedali e anche parecchi cittadini e associazioni, come Bright Side che donò a malati ricoverati ben 40 tablet ( questa notizia la diede agli italiani, al tg2 una mia compagna, Sveva. Grazie alle ingenti donazioni di cui parlavo prima gli ospedali poterono permettersi più posti letto.”
Il discorso arrivò fatalmente alla scuola. Dopo un po’che iniziai il discorso , Davide chiese ” Da fine febbraio non andaste più a scuola. Esisteva già la possibilità che abbiamo ora di collegarci se stiamo male o per altre emergenze?” .
“Diciamo che questa tecnologia iniziò ad essere usata circa in quel periodo. Facevamo videolezioni con i professori, con meet, che conoscete . Noi, grazie agli incontri organizzati dal un nostro professore, Braggion, che insegnava allora in questa scuola, incontrammo a distanza personaggi importanti come lo scienziato Alberto Diaspro, che due anni dopo vinse il Nobel della fisica, Benedetta Cosmi, giornalista e da due mesi Ministro dell’istruzione, che ci parlò del Bene Comune, Tonia Cartolano, famosa giornalista e oggi direttrice di Skynews24,che ci parlò del buon giornalismo, il grande comico Maurizio Lastrico che ancora oggi va per la maggiore, grandi scrittori come Nadia Terranova, vincitrice del premio Strega nel 2021,con il romanzo che presentò nella nostra classe e Riccardo Gazzaniga. Ah, dimenticavo, Una volta scrivemmo persino un tema in diretta, su Repubblica scuola, che anche voi utilizzate. Proseguimmo pure i progetti iniziati in classe, come quello di Bright Side,di cui vi ho detto che ci spingeva a cercare buone notizie e buone pratiche, anche in quel momento difficile”
“Funzionò il fatto di stare chiusi in casa in quel periodo?” Chiese Andrea.
“Funzionò eccome. Va detto che , durante le poche uscite, autorizzate per andare a comprare o portare giù il cane, si portavano le mascherine, peraltro non facili da trovare, e si indossavano i guanti. A proposito qui a Genova l’uso delle mascherine alla fine della quarantena fu obbligatorio, anche se va detto che molti non le mettevano. In estate, il virus scomparve quasi qui da noi , per poi riprendere timidamente il suo corso in autunno. Fortunatamente , fu stroncato definitivamente dal vaccino. A luglio un laboratorio italiano e uno inglese lo avevano infatti messo a punto. Esso mise la parola fine a questa terribile malattia. Esso, dopo essere stato testato, fu somministrato a tutti a partire da fine novembre.
Aggiunsi, in risposta a una domanda, che ci fu un momento positivo in quel periodo di quarantena, stando in casa, notammo infatti che l’inquinamento era notevolmente diminuito. La situazione ci piacque tanto che, da allora in poi, decidemmo di fare di tutto per limitare i danni ambientali. E’ per questo che adesso ci diamo così tanto da fare per l’ambiente. In quei tempi era strano trovare per strada tanti pannelli quanti ce ne sono al giorno d’oggi, e soprattutto si usavano molti prodotti inquinanti come fertilizzanti chimici, petrolio e carburante per le macchine.”
“Già, si usavano ancora le macchine” Aggiunsi notando gli sguardi interrogativi degli studenti.
“Bene, io avrei finito. Ci sono domande?”
Una buona parte della classe alzò la mano.
Paziente, diedi la parola a Carlo, che chiese: “Ma come funzionò con il calcio e gli altri sport? Si potevano guardare le partite dallo stadio collegandosi con il computer come adesso?”
“No, Carlo. non avevamo ancora questa possibilità. Per un po’ decisero di giocare le partite a porte chiuse, cioè senza spettatori, ma poi, considerarono il rischio dei contagi tra giocatori, così interruppero la serie A e gli altri tornei. Pensate, alcuni calciatori della Sampdoria contrassero il Virus contagiandosi a vicenda, le altre squadre dimostrarono in quel caso grande solidarietà con incoraggiamenti e messaggi.”
Fu il turno di Lucrezia, che chiese qualcosa a proposito degli applausi per i medici sui balconi. Risposi, decidendo di ignorare il fatto che l’argomento fosse stato trattato diversi minuti prima e che la ragazza era, come durante precedenti incontri, con la testa tra le nuvole.
Risposi poi a tante altre domande.
“Cosa scrisse in quel tema, per curiosità?” intervenne Sara, che si era ricordata di quanto avevo scritto prima.
“Beh, diciamo che ho previsto il futuro.”
Prima di salutarci, dissi loro che la loro scuola non era in fondo molto diversa da quella dei miei tempi,salvo essere un po’ più tecnologica, ma che ora con la nuova Ministra si sarebbero dovuti aspettare grandi novità, la scuola italiana avrebbe fatto proprie le qualità migliori di scuole come quella canadese e finlandese di cui proprio lei ci aveva parlato nell’aprile del 2020
Nicola B.