Covid-19: ottimismo o pessimismo?

La mente di ciascun essere umano racchiude una moltitudine di concetti, ciascuno accompagnato dalla rispettiva definizione, la quale può avere sfumature diverse a seconda della persona a cui appartiene. Molti di questi concetti sono opposti ma allo stesso tempo complementari nonché reciprocamente necessari, al fine della loro stessa esistenza. Ad esempio: la luce e l’oscurità, l’amore e l’odio o il bene e il male; in questo grande insieme sono anche inclusi il pessimismo e l’ottimismo. Il pessimismo è in senso generico un atteggiamento sentimentale che tende a sottolineare gli aspetti negativi di un’esperienza della realtà caratterizzata dall’infelicità e dal dolore. Questa visione, dal punto di vista etico, si traduce in un giudizio di prevalenza del male sul bene. Al pessimismo si contrappone l’ottimismo. Il tipico esempio di questa contrapposizione è la questione del bicchiere riempito a metà: mezzo pieno, come appare all’ottimista, o mezzo vuoto, come giudica il pessimista. Sia il pessimismo che l’ottimismo non sono riconducibili a una concezione razionale, in quanto analizzando il dato empirico il bicchiere appare sia mezzo pieno che mezzo vuoto, ma rappresentano un sentimento che si esprime attraverso due diverse varianti linguistiche. Nella letteratura (come nella filosofia o nell’arte) possiamo analizzare come nelle opere di ciascun autore, in base alle sue caratteristiche o al contesto in cui ha vissuto, traspaia un sentimento piuttosto che l’altro.

In questo periodo la nostra società, a livello globale, è coinvolta in un’emergenza sanitaria, causata dalla pandemia provocata dal coronavirus covid-19. Sono ormai diversi mesi che il virus sta causando migliaia di contagi e sta provocando la morte di tante persone. Questa situazione drammatica deve senza alcun dubbio essere fronteggiata, non attraverso il pessimismo in cui molte persone si stanno crogiolando, ma attraverso un atteggiamento ottimista come quello adottato da tutti i medici e infermieri che ogni giorno, seppur consapevoli di rischiare la vita, si recano sul posto di lavoro in aiuto dei contagiati. Ciascuno di noi nel nostro quotidiano deve essere un’arma contro il virus, semplicemente adempiendo al dovere di cittadino, rispettando i distanziamenti e le regole che seppur non ci piacciano, ci permettano di rimanere in salute. Inoltre è importante rimanere saldi senza perdere la speranza, a tal proposito mi sento di citare una frase del celebre pittore francese Theodore Gericault, che fu un esponente dell’arte romantica “Se gli ostacoli e le difficoltà scoraggiano l’uomo mediocre, al contrario al genio sono necessari”. Ciascuno di noi deve cercare di essere “il genio”, senza scoraggiarsi e guardando sempre il bicchiere mezzo pieno, soprattutto in momenti di grande sconforto come quello che stiamo vivendo. Sono ricorrenti nella storia i periodi che noi definiamo “difficili”: le guerre, le carestie o le pandemie come quella che ci è toccata, ma spesso hanno portato un vento di cambiamento e di innovazione; molto probabilmente anche questa situazione che stiamo vivendo porterà cambiamenti non solo oggi ma anche in futuro. Certe esperienze lasciano un segno indelebile nella vita delle persone, basti pensare alla rivoluzione francese che ha causato morte in tutta Europa, ma ha portato anche delle idee innovative “libertà, uguaglianza, fraternità” (motto della rivoluzione). Ogni fenomeno catastrofico include una moltitudine di risvolti negativi, ma anche qualcuno positivo. Noi dobbiamo aggrapparci a quest’auspicio e guardare al futuro. 

Sara Russo